<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?><rss version="2.0" xmlns:content="http://purl.org/rss/1.0/modules/content/" xmlns:wfw="http://wellformedweb.org/CommentAPI/" xmlns:dc="http://purl.org/dc/elements/1.1/" xmlns:atom="http://www.w3.org/2005/Atom" xmlns:sy="http://purl.org/rss/1.0/modules/syndication/" xmlns:slash="http://purl.org/rss/1.0/modules/slash/" > <channel> <title>Web-log</title> <atom:link href="https://www.web-log.it/feed/" rel="self" type="application/rss+xml" /> <link>https://www.web-log.it</link> <description>Curiosity guides people towards knowledge and makes them feel never sated</description> <lastBuildDate>Tue, 12 Nov 2024 15:25:22 +0000</lastBuildDate> <language>it-IT</language> <sy:updatePeriod> hourly </sy:updatePeriod> <sy:updateFrequency> 1 </sy:updateFrequency> <generator>https://wordpress.org/?v=6.6.2</generator> <item> <title>Come si misura la pressione correttamente</title> <link>https://www.web-log.it/come-si-misura-la-pressione-correttamente/</link> <comments>https://www.web-log.it/come-si-misura-la-pressione-correttamente/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator> <pubDate>Tue, 12 Nov 2024 14:52:26 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Senza categoria]]></category> <guid isPermaLink="false">https://www.web-log.it/?p=2422</guid> <description><![CDATA[Questo articolo nasce dalla frustrazione dovuta ad una visita medica che precedeva la mia donazione di sangue avvenuta all’interno di un’autoemoteca della Croce Rossa Italiana. Premetto che sono un volontario della Croce Rossa e che stimo il personale della CRI tanto quanto i volontari e i medici che prestano il loro servizio durante le importantissime […]]]></description> <content:encoded><![CDATA[ <p>Questo articolo nasce dalla frustrazione dovuta ad una visita medica che precedeva la mia donazione di sangue avvenuta all’interno di un’autoemoteca della <strong>Croce Rossa Italiana</strong>. Premetto che sono un volontario della Croce Rossa e che stimo il personale della CRI tanto quanto i volontari e i medici che prestano il loro servizio durante le importantissime campagne itineranti per la donazione di sangue.</p> <p>Non posso però tacere l’arroganza e l’incompetenza che, purtroppo, ho potuto verificare nel caso dell’operatore che aveva il compito di fare le interviste mediche e le misurazioni di pressione, prima della donazione. L’operatore, che in realtà è un’operatrice, è un’<strong>anestetista</strong> e – a detta sua – compie queste misurazioni ogni giorno, perché “è il suo lavoro”. L’anestesista si occupa delle decisioni mediche associate all’esecuzione dell’anestesia necessaria durante un intervento chirurgico o una procedura non chirurgica (come, ad esempio, la colonscopia). Credo che le misurazioni di pressione non possano essere definibili propriamente “il suo lavoro”, ma ci sta, sicuramente si tratta di attività che svolge molto più spesso di quanto le svolga io. </p> <p>Venivo da una serie di misurazioni di pressione, fatte con uno strumento appropriato e ripetute nell’arco di tempo pari a circa 1 mese. Sapevo quali fossero i miei<a href="https://www.humanitas.it/news/pressione-arteriosa-quando-e-alta-e-quando-i-valori-sono-nella-norma/" target="_blank" rel="noreferrer noopener"> valori medi di pressione</a> e sapevo perfettamente come prendere queste misure.</p> <p>Il primo <strong>errore dell’operatrice</strong> è stato quello di fissare il manicotto gonfiabile del suo strumento proprio sopra la piega del gomito. Inoltre, la fascia utilizzata era assolutamente inadeguata, in lunghezza, a stringere il mio braccio. Il passante veniva in questo modo tirato talmente tanto da storcersi in posizione obliqua. La misurazione della pressione, seppur elevata (140/98) era soddisfacente ai fini della donazione e, pertanto, abbiamo proseguito l’iter.</p> <p>Non sto qui a dilungarmi sulla risposte piccate dell’operatrice quando le ho fatto notare che, forse, avrebbe dovuto prestare più attenzione a quello che stava facendo, ma vi basti sapere che, per tagliare corto, mi ha più volte ripetuto: lei faccia le sue misurazioni come crede, io le faccio così, perché “le faccio dalla mattina alla sera così, questo è il mio lavoro, sono medico-anestesista”. Insomma, non era in alcun modo interessata al mio feedback, né tantomeno a giustificare il suo operato o, insieme, a capire quale fosse il metodo corretto per misurare la pressione. Io invece le ho espressamente detto quale fosse il mio intento e cioè “capire quale fosse il modo corretto di operare”. Niente, offesa come una bambina di 14 anni.</p> <p>Eppure è possibile, senza timore di smentita, conoscere il <strong>metodo corretto</strong> di misurare la pressione, in condizioni normali, sugli adulti o sui bambini.</p> <h2 class="wp-block-heading">1 – Lo strumento</h2> <p>La Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (<strong>SIIA</strong>) spiega come sia possibile consultare gratuitamente l’<a href="https://www.stridebp.org/bp-monitors/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">elenco di tutti i dispositivi per la misurazione pressoria validati</a>, quindi affidabili. Si tratta di dispositivi tarati in fabbrica, che non hanno bisogno di manutenzione (salvo la sostituzione delle batterie o la verifica di affidabilità con un altro strumento più nuovo, man mano che il dispositivo invecchia), le cui misurazioni sono ritenute totalmente affidabili. <strong>Strumenti che non si trovano in questo elenco, non dovrebbero essere utilizzati</strong>.</p> <p>L’operatrice della CRI utilizzava uno strumento come questo che ho io in casa (Omron HEM 7322T-E) e che risulta presente nell’elenco:</p> <figure class="wp-block-image size-large"><a href="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_ed6b146e.jpg"><img fetchpriority="high" decoding="async" width="1024" height="458" src="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_ed6b146e-1024x458.jpg" alt="" class="wp-image-2424" srcset="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_ed6b146e-1024x458.jpg 1024w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_ed6b146e-300x134.jpg 300w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_ed6b146e-768x344.jpg 768w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_ed6b146e-1536x687.jpg 1536w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_ed6b146e-750x336.jpg 750w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_ed6b146e.jpg 1600w" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" /></a></figure> <figure class="wp-block-image size-large"><a href="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_c76e4879-rotated.jpg"><img decoding="async" width="1024" height="458" src="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_c76e4879-1024x458.jpg" alt="" class="wp-image-2428" srcset="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_c76e4879-1024x458.jpg 1024w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_c76e4879-300x134.jpg 300w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_c76e4879-768x344.jpg 768w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_c76e4879-1536x687.jpg 1536w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_c76e4879-750x336.jpg 750w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_c76e4879-rotated.jpg 1600w" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" /></a></figure> <figure class="wp-block-image size-large"><a href="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Pressione.jpg"><img decoding="async" width="1024" height="564" src="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Pressione-1024x564.jpg" alt="" class="wp-image-2430" srcset="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Pressione-1024x564.jpg 1024w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Pressione-300x165.jpg 300w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Pressione-768x423.jpg 768w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Pressione-1536x846.jpg 1536w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Pressione-750x413.jpg 750w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Pressione.jpg 1544w" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" /></a></figure> <h2 class="wp-block-heading">2 – La lunghezza della fascia gonfiabile</h2> <p>La lunghezza della fascia non si adatta ad ogni braccio. A seconda della circonferenza del braccio di chi si sottopone al test, occorre utilizzare una<strong> fascia di lunghezza diversa</strong>. Purtroppo, l’errore del “one size fits all” viene commesso da molti medici. Quasi nessuno cambia la fascia in funzione della grandezza del braccio e questo, purtroppo, altera la misurazione della pressione.</p> <p>L’operatrice della CRI aveva installato una fascia palesemente troppo corta per il mio braccio. Ed era semplicissimo accorgersene: sulla fascia c’era scritto 22-32 cm. Il mio braccio invece ha una circonferenza di 39 cm.</p> <h2 class="wp-block-heading">3 – Postura e condizioni del “paziente”</h2> <p>Non si può misurare la pressione ad una persona che ha fatto le scale, è arrivata trafelata o è nervosa per qualche motivo o peggio ha fatto colazione con bevande o altre sostanze note per avere l’effetto di alterare proprio la pressione sanguigna. Dopo aver stabilito una condizione di totale relax, occorre stare seduti, addirittura è consigliabile NON INCROCIARE LE GAMBE e NON PARLARE durante il test. Queste regole sono importanti per non alterare la misurazione che è affetta da variazioni importanti se non si rispettano queste regole.</p> <p>Il braccio non deve essere penzoloni e noi <strong>dobbiamo stare seduti e rilassati</strong> (magari avendo fatto pipì, perché trattenerla, fa alzare i valori di pressione). Rilassati non significa sbragati sul divano, ma semplicemente su una sedia, con il gomito appoggiato su una scrivania. La misurazione inoltre potrebbe essere alterata se la eseguiamo appena dopo mangiato.</p> <p>Altro errore che commettono molti medici: misurare la pressione tirando su la manica della camicia (che fa da vasocostrittore). Nella foto, una misurazione fatta con la camicia arrotolata sul braccio (che non va bene!):</p> <figure class="wp-block-image size-large"><a href="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.42_705353c7.jpg"><img loading="lazy" decoding="async" width="1024" height="458" src="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.42_705353c7-1024x458.jpg" alt="" class="wp-image-2434" srcset="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.42_705353c7-1024x458.jpg 1024w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.42_705353c7-300x134.jpg 300w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.42_705353c7-768x344.jpg 768w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.42_705353c7-1536x687.jpg 1536w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.42_705353c7-750x336.jpg 750w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.42_705353c7.jpg 1600w" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" /></a></figure> <p>L’operatrice della CRI, con le sue risposte piccate, non solo mi aveva innervosito, ma tendeva a farmi domande mentre faceva la misurazione, imponendomi una conversazione che avrei opportunamente evitato.</p> <h2 class="wp-block-heading">4 – La posizione della fascia</h2> <p>È molto semplice posizionare la fascia, se avete uno strumento che ha le istruzioni per la sua collocazione. In genere ci sono disegni inequivocabili, ma – nel dubbio – sappiate che MAI e poi MAI dovete mettere la fascia SOPRA la piega del gomito. In genere la fascia va messa <strong>a circa 2 cm dalla piega</strong>, tra la spalla e il gomito, con il tubo che va al macchinario rivolto verso il basso e che sia possibile vederlo frontalmente (non deve sparire dietro al vostro braccio). Quanto bisogna stringere la fascia? Abbastanza per non farla scivolare, ma non così tanto da sentire fastidio al braccio. Il braccio va tenuto appoggiato col gomito su una superficie piana e l’avanbraccio deve stare rilassato su questo piano, <strong>senza contrazioni</strong>. Il concetto chiave è che il punto di misurazione della pressione deve essere in linea con l’altezza da terra del cuore.</p> <p>L’operatrice della CRI, in questo caso, ha commesso forse l’errore più grave e cioè ha posizionato la fascia proprio sopra la piega del gomito, stringendola in maniera esagerata e facendomi tenere il braccio completamente disteso e in linea retta.</p> <figure class="wp-block-image size-large"><a href="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_70df87f6.jpg"><img loading="lazy" decoding="async" width="1024" height="458" src="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_70df87f6-1024x458.jpg" alt="" class="wp-image-2426" srcset="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_70df87f6-1024x458.jpg 1024w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_70df87f6-300x134.jpg 300w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_70df87f6-768x344.jpg 768w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_70df87f6-1536x687.jpg 1536w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_70df87f6-750x336.jpg 750w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/11/Immagine-WhatsApp-2024-11-12-ore-15.00.43_70df87f6.jpg 1600w" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" /></a></figure> <h2 class="wp-block-heading">5 – Il numero di misurazioni</h2> <p>Già alle scuole elementari si insegna come eseguire una “misura”, con qualunque strumento, quindi – in teoria – chiunque dovrebbe essere in grado di registrare la misura della pressione con uno strumento semplice come questo. Eppure molti dimenticano che la migliore misurazione eseguibile è quella dove <strong>si prendono in considerazione più misurazioni e se ne fa la media</strong>, quindi si prende per buono quel valore come il più affidabile. In genere, con 3 misurazioni, si può avere una buona dose di certezza sull’affidabilità della misura. Ma nulla vieta, tempo permettendo, che se ne possano eseguire molte di più per una maggiore precisione.</p> <p>L’operatrice della CRI ha eseguito una seconda misurazione solo quando le ho fatto presente che il valore misurato non fosse molto in linea con quanto avevo registrato finora, in maniera rigorosa, attraverso un dispositivo di holter pressorio consegnatomi da un medico e con un riscontro di misurazioni manuali. Purtroppo, non siamo arrivati nemmeno a 3 misurazioni. In ogni caso, tutte le misurazioni sono state fatte con la modalità sbagliata.</p> <p><em>N.B. Il braccio per la misurazione può essere il sinistro o il destro. Non ci sono regole per stabilire quale sia il braccio “migliore”.</em></p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.web-log.it/come-si-misura-la-pressione-correttamente/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Guida all’analisi critica delle notizie (vale per qualunque fonte)</title> <link>https://www.web-log.it/guida-allanalisi-critica-delle-notizie-vale-per-qualunque-fonte/</link> <comments>https://www.web-log.it/guida-allanalisi-critica-delle-notizie-vale-per-qualunque-fonte/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator> <pubDate>Thu, 09 Nov 2023 19:57:08 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Senza categoria]]></category> <guid isPermaLink="false">https://www.web-log.it/?p=2059</guid> <description><![CDATA[Una guida esaustiva per analizzare le notizie che leggiamo]]></description> <content:encoded><![CDATA[ <p>Questo post nasce dalla volontà di creare un <strong>algoritmo universalmente valido</strong> per la comprensione e l’analisi di qualunque tipo di notizia, indipendentemente dalla sua provenienza. Lo spunto è nato da un articolo – inviato su un gruppo di WhatsApp, da un mio caro amico – sulla presunta <strong>correlazione tra tumori e vaccini</strong>. L’articolo in questione è il seguente: </p> <figure class="wp-block-embed is-type-wp-embed is-provider-arezzo-informa wp-block-embed-arezzo-informa"><div class="wp-block-embed__wrapper"> <blockquote class="wp-embedded-content" data-secret="nAn4i0XGUD"><a href="https://www.arezzoinforma.it/prof-angus-dalgleish-dopo-terza-dose-ho-rilevato-un-forte-aumento-dellincidenza-di-linfomi-leucemie-e-tumori-renali/">Prof. Angus Dalgleish: “dopo terza dose ho rilevato un forte aumento dell’incidenza di linfomi, leucemie e tumori renali”</a></blockquote><iframe loading="lazy" class="wp-embedded-content" sandbox="allow-scripts" security="restricted" title="“Prof. Angus Dalgleish: “dopo terza dose ho rilevato un forte aumento dell’incidenza di linfomi, leucemie e tumori renali”” — Arezzo Informa" src="https://www.arezzoinforma.it/prof-angus-dalgleish-dopo-terza-dose-ho-rilevato-un-forte-aumento-dellincidenza-di-linfomi-leucemie-e-tumori-renali/embed/#?secret=8GnTUM3Ui0#?secret=nAn4i0XGUD" data-secret="nAn4i0XGUD" width="600" height="338" frameborder="0" marginwidth="0" marginheight="0" scrolling="no"></iframe> </div></figure> <p>Per chi ha fretta ed è solamente curioso di sapere quale sia il problema di questa notizia, faccio una sintesi per punti:</p> <p>1 – Il Prof. Angus Dalgleish, oltre ad essere un oncologo, <strong>è un politico</strong> dell’UKIP (Partito per l’Indipendenza del Regno Unito). Non è esattamente una fonte specchiata di imparzialità e si è già distinto in passato per aver cercato in tutti i modi di piegare la realtà all’ideologia politica del suo partito. Ha sfruttato l’amicizia di un ex capo dei servizi segreti britannici per indirizzare un’attività di cyberspionaggio nei confronti della rivista “Nature”, al fine di accusarla di connivenza con il Governo cinese.</p> <p>2 – Il Prof. Angus Dalgleish <strong>ha un conflitto d’interessi</strong> grosso come una casa. L’oncologo, insieme ad un collega norvegese, aveva messo appunto un vaccino non basato sull’mRNA (BioVacc-19) e pretendeva di ottenerne diffusione (guadagnando attraverso il brevetto) senza che questo avesse superato i test clinici. E indovinate un po’, nell’articolo questo oncologo con chi se la prende? Proprio con i vaccini concorrenti a mRNA. Sue testuali parole: “Tutti i vaccini a mRNA devono essere fermati e vietati adesso”. Dalgleish ha quindi tentato affannosamente di pubblicare le sue teorie in giornali scientifici di ogni tipo per ottenere supporto da parte del Governo britannico, senza successo.</p> <p>3 – Dalgleish sta utilizzando un blog di orientamento conservatore (Conservative Woman), come già in passato aveva fatto con un tabloid scandalistico – noto per la scarsa propensione alla verifica delle fonti – per diffondere le sue ipotesi di correlazione tra tumori e vaccini e spingere i lettori a <strong>confondere</strong> queste ardite <strong>ipotesi con tesi</strong> provate.</p> <p>4 – Anche se per assurdo le ipotesi di Dalgleish fossero fondate, siamo alle solite: <strong>correlazione non è causalità</strong>. Altrimenti varrebbero anche tutte <a href="https://www.tylervigen.com/spurious-correlations">queste correlazioni (spurie)</a>.</p> <p>5 – Dalgleish viola un principio di credibilità davvero banale. Il consenso nella Comunità Scientifica non si ottiene <strong>diffondendo i propri lavori a un pubblico generalista</strong>, ma questi devono essere necessariamente sottoposti – prima – ai propri colleghi, i quali hanno le competenze per valutarli. La fase divulgativa arriva dopo, quando dal dibattito emerge la teoria che sa spiegare meglio i fenomeni osservati. Non è purtroppo il caso di Dalgleish che sceglie, chissà per quale motivo, di bruciare (o forse sarebbe meglio dire “evitare”) le tappe e rivolgersi direttamente ai lettori di un blog schierato politicamente (dalla sua parte). Sia ben chiaro: lui una lettera al caporedattore del British Medical Journal sembrerebbe averla mandata, perché riteneva di avere dei dati importanti da comunicare immediatamente, ma il fatto che nessun altro esperto lo abbia preso in considerazione e che la sua lettera sia finita su un sito della sua parte politica, è molto sospetto.</p> <p>Se lo scopo di questo articolo fosse semplicemente quello di riassumere perché l’articolo di ArezzoWeb faccia acqua da tutte le parti e non rappresenti esempio di alcun tipo di correttezza dell’informazione e forse nemmeno di giornalismo, direi che mi potrei fermare qui. C’è materiale sufficiente per ignorare questa testata sistematicamente o quantomeno <strong>prendere con i guanti</strong> qualunque cosa si legga su questo sito.</p> <p>Tra le altre cose, se si leggono i commenti all’articolo di <strong>ArezzoWeb</strong>, c’è già qualcuno che fa notare i problemi di un contenuto del genere, spacciato per notizia. La risposta della redazione della testata suona come una mano nascosta dopo il lancio del sasso: “Si tratta di una notizia reperita su un quotidiano inglese” (in realtà non si tratta di un quotidiano, ma di un blog di propaganda politica). Ah, beh….allora!? E i giornalisti che ci stanno a fare? Non dovrebbero selezionare le fonti, approfondire (per esempio, come ho fatto io), consegnando ai lettori quanto di più deontologicamente corretto si possa offrire, soprattutto quando si è iscritti ad un albo come quello dei giornalisti? Per il mio livello di onestà intellettuale, questa pratica, cioè quella di intercettare notizie virali di sicuro impatto, ma di dubbia validità e pubblicarle al fine di raccogliere click, per poi lavarsene le mani, dicendo: “io l’ho presa da un altro sito”, è davvero detestabile. <strong>Non è giornalismo</strong>. E’ chiacchiericcio da bar.</p> <p>Detto questo, dato che il mio scopo non era solo fare l’analisi di QUESTA “notizia”, bensì quello di trovare un sistema universale per analizzare ogni tipo di informazione, qualunque sia la provenienza, armiamoci ora di santa pazienza e <strong>ricominciamo tutto da capo</strong>…</p> <p>L’assunto è che ci arrivi una notizia attraverso uno dei tantissimi strumenti di comunicazione che possiamo vantarci di utilizzare nel 2023: facendo scrolling su questo o quel social network, sfogliando un giornale di carta o ascoltando un amico durante una conversazione. L’obiettivo è capire se si tratti di un’informazione corretta, se questa informazione possa rappresentare davvero una notizia e se la notizia abbia o meno un’implicazione giornalistica o addirittura i connotati per coinvolgerci direttamente, soprattutto nel caso in cui si tratti di una notizia che investe la sfera sanitaria. L’algoritmo da seguire per stabilirlo è composto dai seguenti passi:</p> <h2 class="wp-block-heading">1 – Interrogarsi su chi diffonde la notizia e in quale circostanza</h2> <p>Ognuno di noi ha un odio più o meno inconfessabile per qualcosa o qualcuno. Allo stesso tempo abbiamo a cuore determinati argomenti, questioni o personaggi e non sempre tendiamo a rendere palese questo amore. E’ assolutamente umano che sia così. Dovremmo imparare a rendercene almeno conto. In gergo tecnico (psicologia), questo atteggiamento si chiama “<strong>bias di conferma</strong>” e spinge le persone a muoversi entro un ambito delimitato dalle proprie convinzioni acquisite, tentando di ricondurre a tale ambito qualsiasi situazione si trovino a sperimentare.</p> <p>A volte sono anche le <strong>circostanze</strong> ad essere foriere di informazioni scorrette. In un ambito in cui si vuole stupire la platea, in una situazione in cui si vuole apparire più informati, più scaltri, più rapidi ad afferrare i concetti, più “studiati”, si tende a “spararla grossa”, sapendo che tanto – dopo pochi giorni – si potrà contare sull’oblio che la memoria garantisce naturalmente alle “sparate” degli amici.</p> <p><strong>Esempio</strong>: a me piace il vino, mi piacerebbe troppo che il vino facesse bene. Così mi sentirei giustificato a bere il vino perché lo berrei…per la mia salute! Cerco notizie di qualche studio scientifico che dica che il vino fa bene. Lo trovo, ma – leggendo bene – scopro che il beneficio è legato ad un singolo componente. Ma nel vino c’è anche l’alcool e tutta la documentazione scientifica seria a riguardo dice che “non esiste una dose minima” – che possa far bene – di questo elemento. Il mio<strong> bias di conferma</strong> fa sì che la mia ricerca invece si fermi ai benefici e non vada oltre. Perché è quello che desidero leggere, che mi fa stare meglio con me stesso e mi fa rimanere nella mia comfort-zone. Da quel momento in poi, mi autoconvinco di aver fatto una ricerca approfondita e non la ripeterò nuovamente. Anzi, continuerò con il processo di conferma, facendo “cherry-picking” (scelta accurata) di tutte e sole le notizie che, in un modo o nell’altro dicono che il vino fa bene. Immaginate ora il danno che può fare il bias di conferma nel caso di un medico che parla in televisione di salute e alimentazione. Ora, mettete che io non abbia voglia di fare alcuna ricerca approfondita nel merito. Però ricordi di avere un amico che è uno dei massimi esperti di nutrizione. Lo chiamo e gli faccio la domanda (inadeguata ai fini della ricerca): “Mi fa male bere un bicchiere di vino al giorno”? La <strong>circostanza</strong> della telefonata e quella della nostra amicizia, fa sì che l’esperto, mi risponda: “Bevi, non ti preoccupare, non ti succede nulla”. Ecco, anche in questo caso bisogna fare attenzione, perché l’esperto è lo stesso che, in circostanze diverse, è il primo a sapere e dire che non esiste dose sicura per l’alcool. Diverso è il consiglio, che tiene conto di diversi aspetti, che un medico può dare ad un amico.</p> <p><em>Nel <strong>caso reale</strong>, ho ricevuto la notizia di ArezzoWeb via WhatsApp da un mio amico, all’interno di un gruppo con altre persone come destinatari. Il soggetto in questione è un po’ di tempo che propone, all’interno del gruppo o anche di persona, temi complottisti: si va dalla presunta messa in scena dell’allunaggio degli americani al negazionismo sul cambiamento climatico (anche se la tesi sposata varia dalla negazione totale del problema alle cause non antropiche). Non ultimo, c’è anche il tema dei vaccini. Nonostante uno dei suoi motti sia proprio: “la vita inizia al di fuori della tua comfort-zone”, tende purtroppo a sguazzare letteralmente nel bias di conferma. Ardito sperimentatore di droghe leggere, il suo cherry picking arriva a pescare nell’ambito cinematografico che lo porta a confondere l’uso ricreativo di funghetti allucinogeni con la terapia adiuvante in ambito medico controllato o peggio con l’estrazione dei principi attivi per farmaci sperimentali contro alcune patologie psichiche. Anche per le sue fantasie sulla presunta messa in scena dell’allunaggio, la “pistola fumante”, o peggio, la spiegazione andrebbe ricercata nella produzione cinematografica, questa volta, quella degli anni ’70 (il film “Capricorn One”). Insomma, siamo di fronte ad una vittima conclamata del bias di conferma. Questa consapevolezza non deve però sfociare nel pregiudizio, anche perché, in passato, sono riuscito a farlo ragionare (sempre e solo guidandolo nella selezione delle fonti) su questioni paradossalmente molto più complicate come l’infondatezza scientifica dell’omeopatia e dell’osteopatia. Quindi, andiamo avanti.</em></p> <p>Come possiamo però evitare il bias di conferma e quello di circostanza? A volte, non si può evitare. E’ sufficiente tenerne conto. Non è nemmeno detto che, una persona affetta dal bias di conferma o di circostanza diffonda un’informazione falsa o scorretta. Però è opportuno prendere in esame tale possibilità. Drizzando le antenne.</p> <h2 class="wp-block-heading">2 – Raccogliere tutte le informazioni possibili sulla fonte dell’informazione</h2> <p>Questo passaggio è davvero fondamentale. L’optimum sarebbe quello di evitare “intermediari” nel processo di acquisizione delle informazioni. Arrivare alla <strong>fonte primaria</strong> e indagare in maniera diretta sulla <strong>storia di questa fonte</strong> è chiaramente il miglior modo di procedere. Un giornale, un divulgatore, una persona informata sui fatti, che siano stati ripetutamente colti a mistificare la realtà, a sfruttare i chiaroscuri o peggio ad inventare di sana pianta le notizie, devono essere necessariamente abbandonati per inaffidabilità. Nessuno è infallibile, ma è proprio per questo che si valuta una fonte in base all’abitudine che ha di riportare i fatti in maniera corretta. In genere andrebbero escluse a priori tutte le <strong>fonti di parte</strong> (per ragioni politiche, per questioni di conflitti d’interessi, per amicizia o parentela con le persone coinvolte nei fatti). Questo non significa che siano fonti non attendibili in assoluto, ma – in presenza di altre fonti più neutrali – è bene scegliere quest’ultime o prendere le prime con le pinze.</p> <p>Viviamo in un momento in cui, chiunque apra un blog diventa un giornalista, chiunque abbia un account Instagram, un fotografo e chiunque possegga una videocamera o uno smartphone è promosso, sul campo, reporter. Però i giornali e i giornalisti, siano essi pubblicisti o professionisti, sono considerati ancora importanti e autorevoli, così come tutto quello che proviene da tv, radio, carta stampata e testate online registrate. Eppure questa considerazione non ha più ragione di esistere, perché essere iscritti all’albo dei giornalisti, parlare in tv o scrivere su giornali propriamente detti, <strong>non è più garanzia di nulla</strong>. Né di competenza, né di professionalità. Così come non è garanzia di indipendenza, correttezza o trasparenza il fatto che qualcuno pubblichi le proprie inchieste o propri approfondimenti in una bacheca pubblica. Quello che conta, oggi, è <strong>la reputazione</strong> che ognuno di questi attori si costruisce. L’affidabilità di una fonte è data dalla sua storia. Punto.</p> <p>Attenzione, però: qualunque fonte che esprima <strong>opinioni</strong>, per quanto colorite e accalorate possibili non diventa automaticamente una fonte non affidabile. Tutti siamo liberi di pensare quel che ci pare. Quello che non è consentito è tramutare le nostre idee, le nostre opinioni o le nostre ipotesi in tesi, in <strong>fatti</strong>. I fatti vanno dimostrati. Il tifo politico non è sbagliato, le nostre passioni sono sacrosante e possiamo dedicarci ad esse anche ingannando noi stessi. Quello che non dovremmo fare è ingannare gli altri, solo perché una cosa ci piace particolarmente.</p> <p>Va ricordato che “raccogliere tutte le informazioni possibili sulla fonte” significa indagare tanto sui gruppi quanto sui singoli: se un giornale o un sito hanno una storia di comprovata correttezza, non è detto che i singoli autori non possano avere un canale da dove diffondono informazioni scorrette. Inoltre occorre fare indagini senza mai fermarsi al <strong>principio di autorità</strong>, cioè dando per scontata l’affidabilità di una persona solo perché dotata di un titolo o di un riconoscimento. Basti pensare che, perfino i premi Nobel sono finiti a diffondere informazioni false, o perché affetti da demenza senile, o perché sotto effetto di stupefacenti con effetti a lungo termine, o per trasgressione epistemica (espressione di giudizi da parte di chi ha la competenza o esperienza adatta a dare giudizi in un campo particolare, ma si sposta in un altro campo nel quale non ha alcuna o poca competenza, per esprimersi allo stesso modo) o ancora per mancato aggiornamento sulla materia.</p> <p><strong>Esempio</strong>: arriva l’estate, la gente abbandona i cani sul terrazzo di casa per andare in vacanza. Su Facebook gira un numero di telefono per chiamare il servizio “SOS Cani” per denunciare i padroni e dare assistenza a questi animali. Guardando le condivisioni, su Facebook, risalgo rapidamente alla fonte da cui è partita la diffusione di questo numero. Scopro che si tratta di “<a href="https://www.butac.it/tag/lorenzo-croce/">Lorenzo Croce</a>” che si è in passato più volte distinto per aver diffuso notizie completamente o parzialmente inventate sul tema della “difesa degli animali”. Evito quindi di contribuire alla sua propaganda.</p> <p><em>Nel <strong>caso reale</strong>, ArezzoWeb non è la fonte primaria e, nonostante abbia dei precedenti dove fa da megafono di notizie assolutamente false, non è né un sito complottista, né una testata dedita alla diffusione di fake news. La redazione di ArezzoWeb segnala inoltre che l’articolo è stato realizzato traducendo un post dal blog britannico “Conservative woman”, dichiaratamente schierato a destra (se fosse italiano, sarebbe un sito “sovranista”). Sarà un caso che l’oncologo abbia trovato spazio, per le sue deduzioni, proprio e solo su questo sito? Intanto, abbiamo trovato la nostra fonte primaria: l’oncologo Angus Dalgleish. La sua storia? Dalgleish è stato un politico dell’UKIP (partito euroscettico e nazionalista britannico), ha fondato un gruppo segreto insieme ad altre persone, tra cui un ex appartenente ai servizi segreti, ha tentato di screditare la rivista Nature (con mezzi ai confini del lecito), rea di non aver pubblicato i suoi studi scientifici che gli avrebbero permesso di guadagnare dal vaccino anti covid, creato dall’azienda di sua proprietà e diverso dagli altri vaccini perché non basato su mRNA. Direi che ce ne è abbastanza per stabilire che non siamo di fronte ad una fonte affidabile. Praticamente un venditore di auto a benzina che, per cercare di vendere le sue auto, dice che quelle elettriche fanno venire il cancro…La cosa bella è che i vaccini a mRNA sono studiatissimi, testatissimi e soprattutto sono quelli più promettenti come candidati per la creazione di un vaccino per…il cancro!! Esattamente, un vaccino che previene i tumori. E la notizia è talmente sensazionale che anche uno abbottonato come Roberto Burioni, ha scritto un libro sulla faccenda dal titolo: “<a href="https://www.amazon.it/Match-point-scienza-sconfiggendo-cancro/dp/8834615735">Match Point</a>“. Diciamo che, ammettendo anche l’ipotesi assurda avanzata dall’oncologo inglese, sarebbero quantomeno in controtendenza o non aggiornate. Consideriamo poi che, grazie alla tecnologia a mRNA, i vaccini contro il cancro esistono già e sono in fase avanzatissima di sperimentazione, proprio perché sono “figli” dei trionfi dei vaccini a mRNA usati contro il Covid.</em></p> <p>Ma quand’è che si può pensare di dare un’altra possibilità ad una fonte che, in passato, si è resa responsabile di disinformazione? E come possiamo essere sicuri che una fonte affidabile non inizi proprio durante la nostra indagine a diffondere informazioni scorrette? Molto semplice: per prima cosa, possiamo dare una <strong>nuova possibilità</strong> a chiunque ammetta gli errori del passato. Chi persevera nell’errore e tiene il punto nonostante le evidenze lo abbiano ampiamente sbugiardato è da cancellare totalmente dal novero delle fonti. Occorre inoltre essere sempre sul chi va là e non dare mai nulla per scontato. Purtroppo, dai “futuri impazzimenti” non ci tutela nessuno. L’unica arma a disposizione, in questi casi, è quella della <strong>pluralità delle fonti di informazione</strong>. In passato, lo Stato ha finanziato le fonti d’informazione proprio per garantire la pluralità, cioè per evitare un’informazione a senso unico (anche se i meccanismi di finanziamento erano molto ambigui e si prestavano ai soliti inganni all’italiana). Per fortuna, anche senza i finanziamenti pubblici, grazie soprattutto alla <strong>tecnologia</strong>, il problema della correttezza dell’informazione riguarda solo i pigri, i superficiali, i dannatamente stupidi e – ahimè – quelli che si fanno sopraffare dalle proprie paure o dai propri sogni/desideri (attraverso il bias di conferma).</p> <h2 class="wp-block-heading">3 – Valutare la fonte per competenza</h2> <p>Chi è che parla? Un meccanico che ci illustra le ultime scoperte in campo medico? Un nutrizionista che ci spiega come si balla il tip tap? Possibile e magari anche ineccepibile dal punto di vista dei contenuti e della correttezza, ma sicuramente non auspicabile per una questione statistica: in genere, chi svolge una determinata professione, ha le competenze per fare quella specifica professione e non altre (con le dovute eccezioni). A sentire il parere di tutti, in un campo in cui sono necessarie determinate competenze, si rischia – oltre alla perdita di tempo – di giungere alle conclusioni sbagliate. Il miglior compromesso, in questi casi, è quello di <strong>attribuire dei pesi alle opinioni</strong> dei vari interlocutori, proprio in funzione delle competenze di ognuno, in quel determinato campo. Questo non significa che poi ognuno sia libero di dire qualunque castroneria gli passi per la mente, perché – ricordiamolo – chiunque avanzi un’ipotesi, in un ambito dove è possibile dimostrare le proprie affermazioni, ha poi l’<strong>onere della prova</strong> (cioè deve essere lui a dimostrare quello che dice). Ci sono degli ambiti infatti, dove, le opinioni possono avere la loro dignità indipendentemente dalle dimostrazioni. La politica, ad esempio. La cucina, l’arte, la filosofia, lo sport, lo spettacolo. C’è solo un ambito, invece, in cui proprio non si può prescindere dalle competenze: <strong>la scienza</strong>. </p> <p><strong>Esempio</strong>: Adriano Panzironi è un giornalista, non dovrebbe occuparsi di nutrizione. Avrebbe potuto magari proporre le sue idee ad un dietologo o quantomeno ad un medico (se non la conoscete, leggete la <a href="https://www.medbunker.it/2013/03/jorge-odon-un-meccanico-alloms.html">storia di Jorge Odon</a>, un meccanico all’OMS) e forse oggi avremmo una dieta che non ci illude fraudolentemente di vivere 120 anni, ma un percorso di salute, senza effetti collaterali. Davide Vannoni era laureato in Scienze della Comunicazioni, eppure proponeva cure per le malattie neurodegenerative con i risultati che abbiamo – nostro malgrado – potuto osservare (100% dei pazienti morti). Carlo Rubbia è un Premio Nobel per la Fisica, non dovrebbe parlare di clima. Lo stesso dovrebbe fare John Clauser, anche lui Nobel per la Fisica che azzarda trasgressioni epistemiche nella modalità peggiore (parla ai giornali invece di mettere nero su bianco le sue tesi e proporle alla verifica dei pari tramite la pubblicazione su una rivista scientifica). Cosa che invece possono fare i più recenti premi Nobel Syukuro Manabe e Klaus Hasselmann, che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento proprio per le loro ricerche sui modelli climatici e sul riscaldamento globale.</p> <p><em>Nel <strong>caso reale</strong> Angus Dalgleish ha tutte le competenze necessarie per fare le sue osservazioni. E’ un oncologo e può propriamente parlare di tumori e incidenza degli stessi. Certo, sarebbe meglio che condividesse le sue importanti “scoperte” con i suoi pari, ma dal punto di vista della competenza, ci siamo proprio. L’algoritmo, in questo caso, potrebbe saltare questa verifica (perché fatta a priori) senza compromettere il suo funzionamento e la sua validità.</em></p> <p>Quando si parla di competenza, è sempre bene fare una distinzione tra chi argomenta le proprie ipotesi e chi indica le tesi degli esperti di quell’argomento. Una persona che non ha competenze in una determinata materia e pensa di poter impartire lezioni alla platea che lo ascolta è chiaramente un presuntuoso e va ascoltato solo finché è in grado di dimostrare le sue tesi. Una persona senza competenze che però illustra le teorie – dimostrate e verificabili – degli esperti, tenendo sempre conto delle circostanze e della storia di questi esperti (vedi punto 1 e punto 2), dà un <strong>contributo positivo</strong> al dibattito e <strong>non potrà mai essere tacciata di presunzione o di arroganza</strong>. Una persona senza competenze che si rifà a teorie di persone con competenze, che però hanno conflitti d’interessi, storia passata di mistificazione della realtà, inganni, propaganda politica o soffrono di demenza senile, è una persona che dà un <strong>contributo negativo al dibattito</strong> e non va presa in considerazione. Certo è che, se a parlare fosse un <strong>esperto di quella materia che si rifà ad altri esperti</strong> di quella stessa materia, non credo ci sia bisogno di dire che sarebbe il caso migliore.</p> <h2 class="wp-block-heading">4 – Cercare riscontri della stessa notizia provenienti da altre fonti affidabili</h2> <p>In questo, la <strong>tecnologia</strong> ci aiuta. Una delle prime cose da fare è cercare quella stessa notizia su Google e vedere se ci sono altre fonti (affidabili, vedi punti sopra) che ne parlano. Il primo sospetto potrebbe venire apprendendo che la notizia letta ha un’unica fonte. Il sospetto potrebbe essere confermato se la notizia viene riportata tale e quale da altre fonti, ma schierate politicamente dalla stesa parte. A volte si è molto fortunati e si trovano <strong>siti di debunking</strong> (specializzati nella verifica dei fatti) che fanno il lavoro sporco per noi: analizzano le notizie (utilizzando proprio questo algoritmo) e spiegano perché si tratta di realtà completamente distorta, informazione non propriamente corretta o semplici ipotesi di parte che non hanno quindi alcun valore concreto. Altre volte succede qualcosa di paradossale: la notizia viene trovata su un sito che è <strong>spazzatura certificata</strong> al 100% da anni e anni di notizie false trovate su questo sito. Beh, anche il quel caso, la probabilità di aver letto una fandonia o un’informazione pretestuosa sale alle stelle.</p> <p><strong>Esempio</strong>: “La muraglia cinese è l’unica opera umana visibile dallo spazio”. Cercando questa informazione su Google, ci si imbatte in diverse fonti che confermano il fenomeno. Eppure ce ne sono tante altre che smentiscono questa possibilità. Su Wikipedia c’è una spiegazione molto semplice che fa capire quale potrebbe essere la confusione che porta a generalizzare. In ogni caso, esistono delle fonti affidabili come la NASA e l’ESA (Agenzia Spaziale Europea) che chiariscono come tale opera umana inizia ad essere visibile ad occhio nudo dallo spazio (in particolare condizioni atmosferiche) a circa 160 km di altitudine, ma da lì si vedono numerosi artefatti umani: autostrade, navi in mare, ferrovie, città, campi coltivati, perfino singoli edifici. Seguendo l’algoritmo descritto fino a qui (punti 1-2-3) è facile arrivare alla conclusione che si tratta di un’affermazione tanto suggestiva, quanto <a href="https://usandculture.wordpress.com/2015/02/07/lunica-opera-umana-visibile-dallo-spazio-e-la-grande-muraglia/">priva di fondamento</a>.</p> <p><em>Nel <strong>caso reale</strong>, scrivendo il nome dell’oncologo britannico su Google si può risalire alla stessa notizia, ma datata 26 novembre 2022 e – guarda caso – le fonti appartengono praticamente tutte alla stessa area politica: si va dalla destra liberale a quella sovranista/complottista o rossobruna. C’è il giornale “LaVerità”, c’è “ImolaOggi”, il blog di “Maurizio Blondet”, siti internazionali nati durante il Covid per fare allarmismo proprio sui vaccini e altri siti minori che raccolgono altre notizie su complotti vari. Dalla ricerca emerge anche tutta una serie di informazioni preziosissime sulla storia dell’oncologo Dalgleish. Ma questo appartiene ad un altro punto del procedimento di analisi. Ci sono soprattutto i suoi trascorsi burrascosi con la rivista Nature, a seguito delle sue illazioni nei confronti della rivista, dopo che questa aveva negato la pubblicazione degli studi (fallimentari) del vaccino prodotto dalla sua azienda.</em></p> <p>Quand’è che è possibile arrestare la ricerca di altre fonti? Quando si ha un quadro chiaro della situazione. Si tratta di elementi che vanno tenuti in stand-by. Non devono essere gli <strong>unici parametri di giudizio</strong>, ma devono contribuire correttamente all’analisi delle informazioni che si vogliono valutare. Occorre quindi inserire <strong>tutti i tasselli</strong> al posto giusto. Mai usare la sola disponibilità di altre fonti (magari solo dell’opposta fazione politica) per decretare l’inconsistenza di una notizia e prendere subito per buona la narrazione dell’unica altra campana.</p> <h2 class="wp-block-heading">5 – Valutare la notizia nel merito</h2> <p>Arriviamo finalmente all’aspetto centrale della questione: il contenuto della notizia, le affermazioni, <strong>tutto quello che è possibile verificare</strong>. Ecco, per fare questo tipo di analisi, purtroppo, serve un esperto in quel campo. Noi non possiamo fare nulla. La logica ci aiuta, ma se non conosciamo perfettamente anche tutti gli <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Fallacia">inganni che si celano nei possibili ragionamenti</a> umani, corriamo il rischio – facendo da soli – di prendere grosse granchi. Per questo, dobbiamo necessariamente studiare, approfondire e mantenere un profilo molto cauto nel dare i nostri giudizi. Quello che possiamo fare – e non è affatto una cosa alla portata di tutti – è andare a cercare un esperto VERO (senza una storia pregressa di errori, falsificazioni, pretesti o altro) che spieghi e si addentri nel merito esatto di quello di cui parla l’informazione che abbiamo ricevuto.</p> <p>Se si parla di <strong>scienza</strong>, purtroppo, il compito è molto, ma molto più complicato. Chi è lontano dal mondo della scienza e della ricerca non conosce molti meccanismi che si celano dietro a questi sistemi di conoscenze. Il primo e più importante meccanismo che molti ignorano e la cui mancanza può, da sola, scardinare qualunque tipo di argomentazione di cui si presume la validità è il cosiddetto “<strong>metodo scientifico</strong>“. Non si può prescindere da questo metodo se ci si addentra nella valutazione di un’informazione nel campo della scienza. La primissima occasione che si ha d’imbattersi nel metodo scientifico è alle scuole elementari. Questo concetto viene spiegato in maniera semplice, con 5 passaggi individuati da : <strong>osservazione, sperimentazione, misura, produzione di risultati e verifica</strong>. Alle elementari non si hanno ancora tutti gli strumenti per capire a fondo il significato di tutti questi passaggi. A volte capita che si cresca e non si arrivi mai ad afferrare bene tutti questi concetti. Il rifugium peccatorum, in questi casi è il complottismo. Tutti i complottisti in buona fede (cioè quelli che proprio non ci arrivano) sono figli della non comprensione del metodo scientifico. Tutti gli altri, sono semplicemente dei disonesti o dei banditi (truffatori).</p> <figure class="wp-block-image size-large"><a href="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/11/Grafico-della-stupidita-umana.jpg"><img loading="lazy" decoding="async" width="1024" height="799" src="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/11/Grafico-della-stupidita-umana-1024x799.jpg" alt="" class="wp-image-2153" srcset="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/11/Grafico-della-stupidita-umana-1024x799.jpg 1024w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/11/Grafico-della-stupidita-umana-300x234.jpg 300w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/11/Grafico-della-stupidita-umana-768x599.jpg 768w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/11/Grafico-della-stupidita-umana-750x585.jpg 750w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/11/Grafico-della-stupidita-umana.jpg 1218w" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" /></a></figure> <p>A volte basterebbe avere un metodo per scoprire se un’informazione è valida oppure no. Non serve che sia scientifico. Eppure esistono tante persone che non riescono nemmeno ad arrivare ad applicare un metodo qualsiasi; pensano davvero che, andare a naso, a intuito, a sentimento porti sul serio da qualche parte. Certo, è vero, ci sono tanti casi in cui accade proprio “quello che uno sentiva”, ma il problema è che tutte le previsioni che hanno avuto un riscontro positivo nella realtà vengono poi inesorabilmente sommerse da quelle fallite. Una persona che non applica un metodo – ad esempio – nel valutare se una medicina è efficacie o meno, segue questa prassi: ha un male, prende il rimedio e poi stabilisce se “su di lui funziona”. Grazie a questo meccanismo, che non ha alcun tipo di valenza scientifica (si chiama: procedimento per aneddoti), molte aziende e molti professionisti che producono farmaci o terapie senza alcun tipo di fondamento scientifico, si garantiscono la loro fetta di mercato in quello che è il business della cosiddetta “medicina alternativa” (che non dovrebbe proprio essere chiamata “medicina”). Il “non metodo” degli stupidi, purtroppo, ha un grosso impatto nell’opinione pubblica e rischia spesso di influenzare anche chi un minimo di raziocinio ce lo ha. Un approccio non ripetibile come il <strong>non-metodo del su di me funziona</strong> è sovrapponibile al caso, cioè alle scelte e alle conclusioni arbitrarie. Per potersi chiamare metodo, deve essere riproducibile, deve seguire degli step, che devono essere sempre uguali, non variabili arbitrariamente.</p> <p>La scienza, il concetto semplice di metodo, lo ha superato completamente “inventando” il metodo scientifico. Non solo si segue un algoritmo, ma l’algoritmo è sempre quello e in questo modo i dati e gli esiti sono confrontabili. Quando valuta l’efficacia di una medicina, ad esempio, il metodo scientifico non prescinde mai (tranne nei casi in cui non sia applicabile o quando non serva che sia così rigoroso) dai seguenti cardini:</p> <ul class="wp-block-list"> <li>la presenza di un <strong>numero statisticamente significativo</strong> di cavie</li> <li>il <strong>doppio cieco</strong> (né chi somministra la medicina, né chi la prende sono a conoscenza della presenza del principio attivo all’interno della medicina che viene somministrata)</li> <li>la presenza di un <strong>gruppo di controllo</strong> (cioè un numero statisticamente significativo di cavie alle quali viene somministrato un placebo, cioè qualcosa che sia indistinguibile dalla medicina sottoposta a verifica di efficacia), per vedere se il condizionamento psicologico del “prendere una pillola” si tramuti o meno in condizionamento psicosomatico, cioè guarigione “spontanea”.</li> </ul> <p>Solo per fare un esempio: esistono pillole o terapie inutili che non sono stati sottoposti a questo tipo di test, ma si vendono ugualmente come rimedi possibili. Ce ne sono altri, come ad esempio i rimedi omeopatici (impropriamente chiamati “rimedi”) che sono stati sottoposti ad una quantità enorme di verifiche di questo tipo e tutte le volte la conclusione è stata che non funzionano più di un <strong>placebo</strong>. Eppure vengono venduti in farmacia e proposti da molti operatori del settore come “medicinali”. Il motivo per cui non si blocca la vendita è che male non fanno. Si tratta semplicemente di placebo diversi prodotti da diverse aziende. Ma sono tutti assolutamente inutili (ne basterebbe uno per tutti i mali), a prescindere dall’aneddotica (cioè dal fatto che a qualcuno effettivamente possa passare un mal di testa dopo aver preso una pallina di zucchero omeopatica). Per intenderci: i test fatti con l’aspirina non registrano il 100% delle guarigioni, cioè c’è qualcuno che prende l’aspirina e non gli passa alcun male, così come c’è qualcuno che prende la pillola omeopatica e il male scompare, ma è proprio grazie al numero statisticamente significativo di cavie che si stabilisce poi, con quei grandi numeri, il fatto che i rimedi funzionino o no: per dirlo la loro efficacia deve necessariamente superare quella del placebo.</p> <p>Un’altra distinzione da avere ben chiara nella mente, quando si fa una valutazione nel merito, è quella tra <strong>correlazione e causalità</strong>. In questo caso, bisogna ammettere di essere in presenza di un concetto per niente banale e che non è possibile spiegare a chiunque. Serve un livello di istruzione superiore. In parole povere: il fatto che due fenomeni siano correlati, cioè che i loro valori – nel tempo – abbiano lo stesso andamento, non significa affatto che tra di loro esista un rapporto di causa-effetto e cioè che il verificarsi dell’uno sia causato dal verificarsi dell’altro. Quest’ultimo rapporto, infatti, va dimostrato con dei test che seguano il metodo scientifico (di cui abbiamo illustrato le “conditio sine qua non”). La correlazione, per dirla in maniera più rigorosa, è condizione necessaria per la causalità, ma non sufficiente.</p> <p>L’ultimo concetto che va compreso in maniera profonda, per poter valutare una notizia nel merito, è quella di “<strong>comunità degli esperti</strong>“. Per spiegarlo nella maniera più agevole possibile, si può fare riferimento ad un caso particolare, che si può poi comodamente allargare al caso generale per semplice estensione, mutatis mutandis. Il significato di “comunità scientifica” – questo il caso particolare – porta con se una serie di altri concetti importanti, che fanno comprendere in che modo la scienza sia al riparo da eventuali sabotaggi e perché riesca sempre ad autoemendarsi senza dover demolire i suoi principi fondanti. La comunità scientifica non è l’insieme di tutti gli scienziati o di tutti i ricercatori che si occupano di questa o quella branca delle scienze. Piuttosto è un concetto astratto che coinvolge persone, cose e situazioni, partendo da un gruppo di esperti, che svolge attività di ricerca organizzata con procedimenti metodici e rigorosi. Alla comunità scientifica, ad esempio, non appartiene un medico radiato dall’albo per condotta antiscientifica o deontologicamente scorretta. Non vi appartengono quegli scienziati che non danno più alcun contributo alla comunità, perché non si aggiornano o perché non si confrontano con i pari, nemmeno quelli che, invece di dibattere con i colleghi (che hanno le competenze per criticarli), si rivolgono direttamente alle persone comuni (che il più delle volte non hanno gli strumenti per muovere obiezioni). Non appartengono alla comunità scientifica di una determinata branca della scienza, tutti quelli che commettono trasgressioni epistemiche, salendo in cattedra in ambiti in cui non hanno competenze, criticando il lavoro di tutti gli altri scienziati che invece rimangono nei ranghi della propria specializzazione. Va da se che non appartengono (più) alla comunità scientifica tutti quegli scienziati che smettono di utilizzare il metodo scientifico, per non parlare di quelli che vengono colti ad ingannare la stessa comunità, ad esempio, utilizzando dati falsi, parziali o falsati (esempi lampanti: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Andrew_Wakefield">Andrew Wakefield</a>, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Jacques_Benveniste">Jacques Benveniste</a> o <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/S%C3%A9ralini_affair">Gilles-Éric Séralini</a>). Va invece annoverata tra gli esempi positivi di come la comunità scientifica funziona e salva se stessa da eventuali errori di percorso, la figura di <a href="https://www.medbunker.it/2010/02/sclerosi-multipla-scoperta-la-cura.html">Paolo Zamboni</a>, uno scienziato che, invece di innamorarsi della sua presunta scoperta, ha collaborato con i colleghi per metterla in discussione e, grazie a questo modo costruttivo di procedere, la scoperta è stata ridimensionata. <strong>Innamorarsi delle proprie tesi</strong>, purtroppo, porta contributi negativi alla comunità scientifica e, a volte, per questo motivo si finisce per rimanere ai margini, ma a ragion veduta. Uno scienziato che s’innamora (innocentemente) delle proprie presunte scoperte e tenta di imporle nonostante lo scetticismo dei rimanenti pari livello, rischia di compromettere la percezione che, dall’esterno, si ha della comunità scientifica. Uno scienziato che s’innamora delle proprie idee per scopi commerciali (forza le proprie tesi quando ancora non sono state verificate per vendere il prodotto di queste idee) è molto ai confini del comportamento corretto (si veda l’esempio di un medico e di un ingegnere che hanno brevettato e messo in commercio <a href="https://www.firstonline.info/biovitae-la-lampadina-che-elimina-il-virus-del-covid-presto-in-vendita/">una lampada che elimina virus e batteri</a>, ma che è stata testata solo in condizioni di laboratorio).</p> <figure class="wp-block-embed is-type-video is-provider-youtube wp-block-embed-youtube wp-embed-aspect-16-9 wp-has-aspect-ratio"><div class="wp-block-embed__wrapper"> <iframe loading="lazy" title="Come nasce una teoria del complotto" width="640" height="360" src="https://www.youtube.com/embed/fWRnaPMlIBk?feature=oembed" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture; web-share" referrerpolicy="strict-origin-when-cross-origin" allowfullscreen></iframe> </div></figure> <p>Ogni tanto, quando spiego il concetto di “comunità scientifica”, salta fuori qualcuno che fa un paragone davvero insensato e miserabile, con il <strong>passato</strong>. Ora, premesso che la “comunità scientifica” che fa test rigorosi con tutti i crismi del metodo scientifico, esiste praticamente solo dal 1665, cioè da quando è stata pubblicata la prima rivista al mondo dedicata esclusivamente alla scienza (ne esisteva una anche prima, ma era piena di contenuti non scientifici). Fare paragoni col passato, cioè con quell’epoca in cui filosofia e religione si mescolavano insieme alla scienza per regalarci perle come: “[…] battere 100 volte il contenitore sulla Sacra Bibbia […]”, appare davvero pretestuoso. In genere, il personaggio che viene tirato fuori dal cilindro, per sostenere che “alcune scoperte della scienza all’inizio non sono state apprezzate e poi sono diventate dei dogmi” è <strong>Galileo Galei</strong>. Allora, primo punto: la scienza non è dogmatica perché è la prima ad ammettere i propri limiti, accettando la complessità di molti aspetti della conoscenza dell’universo e mettendosi in continua discussione. Non a caso, sfogliando le pubblicazioni scientifiche, alla ricerca di studi su una particolare questione, si possono trovare aggiornamenti di quegli stessi studi che fanno riferimento agli studi precedenti o alle cosiddette “<strong>revisioni sistematiche</strong>” cioè ad una rassegna esaustiva della letteratura scientifica relativa a un dato argomento, fatta con particolare attenzione alle fonti, che devono essere altamente referenziate, per individuare, evidenziare e valutare tutte le prove pertinenti a una specifica questione scientifica. È un metodo che ha iniziato ad essere usato solo dopo il 1980 (pensate quindi quanto abbia senso paragonare lo stato dell’arte della ricerca scientifica e dei metodi odierni con quelli del passato). Confutare, con l’onere della prova, “verità” date per scontate non è un atteggiamento antiscientifico, ma è l’<strong>attività periodica di tutta la comunità scientifica</strong>. Se le tesi vengono confermate, le conclusioni sono più solide, se non vengono confermate, si incoraggiano nuovi studi – per cercare di capire meglio – finché non si giunge a <strong>nuove conclusioni</strong>. Fino a quel momento, <strong>NON si è autorizzati</strong> in nessun modo, se si vuole seguire il metodo scientifico, ad affermare il contrario di quanto è descritto nelle evidenze degli studi. E’ il caso delle false credenze sul “residuo fisso delle acque minerali che fa venire i calcoli renali”, delle proprietà della Vitamina C, ridimensionate nel tempo, delle revisioni sull’ aerosolterapia, che hanno decretato la sua inutilità per molti trattamenti specifici. A questo punto, gli stolti potrebbero dire: “vedi, ci sono convinzioni della scienza che poi vengono confutate”. Benissimo, quindi? Con questo vorreste dire che, nonostante non ci sia 1 studio che affermi che l’omeopatia funzioni e nonostante tutti i test scientifici fatti finora decretino l’inutilità di tali rimedi, dovremmo prendere per buona la pratica omeopatica perché un giorno – non si quando e non si sa seguendo quale percorso di ricerca – verrà scoperto che l’omeopatia funziona? Insomma, dovremmo crederci perché, a naso, a qualcuno sembra che gli studi potrebbero un giorno essere sovvertiti? Dovremmo iniziare a credere che i vaccini causino l’autismo perché, nonostante la faccenda sia uno dei più clamorosi casi di frode scientifica (lo studio falsificato da Andrew Wakefield), secondo qualcuno, sempre a naso, prima o poi, le evidenze saranno diverse? Ma che razza di metodo è questo? E soprattutto, perché, pur avendo a disposizione un metodo sì fallibile, ma che ha dimostrato nel tempo di essere quello che <strong>fallisce meno volte di tutti gli altri</strong>, dovremmo utilizzarne un altro che ci prende solo nel 50% dei casi? Ma voi, in una stanza buia, per cercare un ago, usereste la torcia che avete in tasca oppure procedereste a tentoni, rischiando anche di bucarvi una mano? Non è detto che, con la torcia, riusciate a trovare l’ago, ma sarebbe davvero stupido non utilizzarla.</p> <div class="wp-block-image"> <figure class="alignleft size-large is-resized"><a href="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/02/Comunita-Scientifica-Mondiale-vs-Massaia-Informata.jpg"><img loading="lazy" decoding="async" width="982" height="1024" src="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/02/Comunita-Scientifica-Mondiale-vs-Massaia-Informata-982x1024.jpg" alt="" class="wp-image-2297" style="width:413px;height:auto" srcset="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/02/Comunita-Scientifica-Mondiale-vs-Massaia-Informata-982x1024.jpg 982w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/02/Comunita-Scientifica-Mondiale-vs-Massaia-Informata-288x300.jpg 288w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/02/Comunita-Scientifica-Mondiale-vs-Massaia-Informata-768x801.jpg 768w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/02/Comunita-Scientifica-Mondiale-vs-Massaia-Informata-750x782.jpg 750w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2024/02/Comunita-Scientifica-Mondiale-vs-Massaia-Informata.jpg 1049w" sizes="(max-width: 982px) 100vw, 982px" /></a></figure></div> <p>E veniamo a Galileo Galilei. Galileo non venne perseguitato dai suoi colleghi scienziati, ma da chi credeva in tesi supportate solo da <strong>credenze religiose</strong>. La scienza non ha mai avuto bisogno di martiri, perché ha sempre dimostrato la sua validità non con i dogmi, ma con le dimostrazioni. Qualcuno potrebbe pensare che la scelta dell’abiura (rinnegare le sue idee eliocentriche) fosse stata un atto di pavidità, perché, al contrario di Giordano Bruno, non si lasciò mandare al rogo. Ma Bruno era un filosofo, non aveva dati concreti, poteva solo testimoniare le sue idee attraverso un sacrificio estremo. Galileo invece aveva dalla sua parte la realtà che rispondeva positivamente al modello elegante dell’Universo conosciuto allora: con un Sole al centro e i pianeti che gli ruotano attorno. L’abiura non ha nessun valore scientifico, non cancella la validità di tesi che per altro venivano già sostenute da Niccolò Copernico (1473 – 1543) e Giovanni Keplero (1571 – 1630).</p> <p>Ogni volta che un teorico delle tesi di complotto viene colto in “flagranza di bufala”, una delle sue ultime disperate difese è in genere quella di <strong>paragonarsi a Galileo</strong>. Anche lui, il complottista, sarebbe un perseguitato che sfida le tesi ufficiali, con la differenza che – stranamente – questi auto-proclamati “ricercatori indipendenti” non abiurano mai, anzi continuano a pubblicare quello che vogliono, senza subire la benché minima forma di censura. Galileo non era considerato affatto un complottista, ma un <strong>eretico</strong>, dalla Chiesa Cattolica, che iniziava a preoccuparsi perché vedeva il proprio potere politico minacciato. La non geocentricità dell’universo aveva ovvie conseguenze politiche sulla solidità della narrazione biblica e questo alle autorità ecclesiastiche faceva paura. Il complottismo non c’entra niente.</p> <p>Avere dei dubbi inoltre è sempre legittimo, ma i dubbi delle persone non sono tutti uguali e non hanno tutti la stessa rilevanza. È normale non capire qualcosa che non fa parte delle nostre competenze. Quello che si chiede, però è di avere un po’ di umiltà. Se leggete un testo scritto da professionisti del settore e vi sembra di trovarci qualcosa di sbagliato, le cose sono due: in un caso su cento è effettivamente sbagliato (e magari si tratta solo di una svista, di un errore di battitura), ma nei restanti novantanove non avete capito qualcosa. Esiste un principio metodologico, quello del “<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Rasoio_di_Occam">Rasoio di Occam</a>“, che non vi lascia scampo: la soluzione del problema è assai più volte quella più semplice e probabile, piuttosto che quella inutilmente complicata e più improbabile.</p> <p>Quindi, se uno non capisce, chiede, ascolta e impara dagli esperti oppure legge, approfondisce, capisce e impara da solo (se si hanno gli strumenti adatti per farlo). Ma mai e poi mai, se uno non capisce, dovrebbe essere tanto <strong>arrogante</strong> da pensare di poter mettere in discussione l’operato quotidiano di un’intera comunità di professionisti. Non si può <strong>salire in cattedra</strong> solo perché si può contare sull’aiuto di vari mistificatori della realtà, complottisti, pseudoscienziati, esperti disonesti o venduti alla politica o ad interessi di parte (che, però ricordiamo, sono sempre una minoranza, per fortuna), per lo stesso motivo per cui non si può diventare un calciatore di Serie A allenandosi due volte a settimana, indipendentemente dal proprio talento (oddio, forse il calcio è l’esempio più sbagliato, ma di certo il paragone è valido con il nuoto, ad esempio).</p> <p>Come si può accettare, ad esempio, la presunzione e l’arroganza di chi, in base ad alcune frasi di <strong>Samantha Cristoforetti</strong>, interpretate in modo arbitrario e tolte dal loro contesto, sostiene che l’astronauta avrebbe negato la possibilità di missioni lunari con equipaggio? Come può saltare in mente a qualcuno che un’astronauta, che più volte ha ribadito ed esaltato le storiche missioni lunari con equipaggio, possa mai rinnegare tali viaggi spaziali? Perché queste persone non prendono in considerazione l’ipotesi di non aver afferrato il discorso, di non averlo seguito bene, di non aver seguito bene la storia con i suoi protagonisti, sia prima che dopo i fatti che hanno destato la loro attenzione? Perché si arrampicano sugli specchi di una narrazione così contorta e senza senso pur di inguainare la realtà nel fodero delle loro intriganti fantasie? Che poi, a trovare sempre una giustificazione per complotti di questi portata, si rischia di produrre così tante incongruenze che a coprirle tutte, con ulteriori sotto-complotti, si finisce per descrivere uno scenario quasi paradossale. Chi, come me, è abituato ad avere a che fare con i complottisti di professione, sa che questo epilogo è talvolta voluto. Il complottista che non è interessato alla comprensione dei fatti, usa una strategia collaudata che consiste nel travolgere gli interlocutori con il maggior numero di argomenti possibile, senza riguardo per l’accuratezza o la forza dei singoli argomenti al fine di rendere impossibile una confutazione rigorosa in breve tempo. Il vantaggio del complottista è che le insinuazioni o i dubbi pretestuosi possono essere enunciati molto rapidamente, ma richiedono molto più tempo per essere confutati o verificati. Lo scopo della tecnica è di sopraffare la capacità di risposta degli interlocutori corretti e di <strong>introdurre il dubbio</strong> nelle menti di chi ascolta il dibattito. La platea, non conoscendo questo copione e men che meno sapendo della premeditazione, tende a mettere in dubbio la capacità di discussione di chi invece cerca di portare raziocinio e buonsenso nel dibattito. Soprattutto quando chi ascolta ha una conoscenza limitata degli argomenti. Questa tecnica è in uso da molti cospirazionisti (viene anche detta “<a href="https://keinpfusch.net/la-teoria-della-montagna-di-merda/">tecnica della montagna di merda</a>“) nel contesto dei social network e sotto forma di lunghi elenchi di argomenti e riferimenti a fonti non verificate.</p> <blockquote class="wp-block-quote is-layout-flow wp-block-quote-is-layout-flow"> <p>Per produrre una montagna di merda ci vuole poca fatica, mentre per pulirla ci vuole una fatica immensa e comunque l’odore ti rimane addosso. E questa è l’asimmetria fondamentale del cospirazionismo</p> </blockquote> <p><strong>Esempio</strong>: In una trasmissione televisiva di quelle “urlate”, con un conduttore che sbraita rumorosamente, che usa titoli a effetto, musiche da film giallo e servizi sensazionalistici o ai limiti dell’allarmismo (molto in voga negli ambienti novax perché insiste, in maniera paranoica, su presunti misteri, complotti, segreti e imbrogli dei politici della parte – chiaramente – avversa), viene annunciato uno scoop: le autorità sanitarie (AIFA in particolare, l’Agenzia italiana del farmaco) avrebbero nascosto dati gravi sui vaccini antiCovid, negato e mascherato effetti collaterali pericolosi, eventi avversi, conseguenze dannose. Ovviamente nessuna prova, nessun dato chiaro o oggettivo ma solo mezze frasi, inquadrature misteriose, parti di discorsi. Niente di chiaro, tutto un po’ confuso e fatto apposta per generare il dubbio. Si mostra una parte di un foglio, con qualche riga evidenziata e un dito che ne segue il decorso. Si legge la frase: “La probabilità di osservare un decesso in un anziano vaccinato da poco è elevata”. Cosa capite? È una notizia normale o allarmante? Andiamo ora a verificare la notizia nel merito. Andiamo a leggere il testo per intero: “Nei paesi europei ogni giorno si verificano migliaia di decessi che riguardano, in maggioranza, persone anziane. La probabilità di osservare un decesso in un anziano vaccinato da poco è, per questo, elevata e una eventuale responsabilità del vaccino può essere stabilita solo dopo aver escluso altre possibili cause attraverso opportuni accertamenti diagnostici”. Questa è la frase completa, non solo quella evidenziata ma tutta, senza tagli o sfocature. Cosa vi fa pensare? È una notizia allarmante o vi tranquillizza? In pratica, in questo programma è stato detto che i nostri anziani invece di essere protetti morirebbero come mosche, dopo aver fatto il vaccino. Lo ha urlato scandalizzato il conduttore della trasmissione, accusando i vertici sanitari del nostro paese di attentare alla vita degli anziani. Ma la frase completa dice ben altro, anzi proprio l’opposto. Dice che, visto che in Europa muoiono (ovviamente) molti anziani (in periodo Covid ancora di più), il fatto che tanti muoiano dopo aver fatto il vaccino è una cosa comprensibile, una possibilità per nulla allarmante, come ne muoiono tanti dopo aver fatto il bagno o una camminata e che, prima di legare le due cose, bisogna accertarsene, controllare (ricordate? Correlazione non implica causalità). Insomma, quello che chiunque dotato di buon senso e normale intelligenza riesce a capire, viene tramutato in un complotto segreto ai nostri danni. Ovviamente così si tratta il pubblico come fosse una massa di stupidi che crede a qualsiasi cosa si dice. E un po’ è vero. Le persone meno critiche, spesso con scarse basi culturali o con disagio personale si allarmano e diventano complici di queste bugie. Ecco le parole esatte contenute nella chiusura del documento che avrebbe rilevato i gravissimi segreti dell’AIFA sui rischi della vaccinazione anti-Covid: “I dati di farmacovigilianza pervenuti in Italia fino a oggi non indicano l’opportunità di modificare le indicazioni di somministrazione dei vaccini approvati dato il favorevole bilancio tra il beneficio per i pazienti e il rischio di reazioni avverse anche nei soggetti anziani”. La realtà è stata capovolta e venduta con altro significato, opposto a quello vero. E questa bufala è stata poi ripresa da altri (politici, medici, novax) che, come dei complottisti qualsiasi, hanno semplicemente diffuso una falsa notizia. Dobbiamo ancora fidarci di “Sbirulino”? Quanto ci vuole a capire che si tratta di una fonte inaffidabile? L’unica cosa possibile da fare è inserire la sua trasmissione nell’elenco delle fonti da non utilizzare.</p> <p><em>Nel <strong>caso reale</strong>, l’oncologo Angus Dalgleish si autoesclude dalla possibilità di essere preso in considerazione come un serio e assennato scienziato. Per il percorso di studi che ha fatto dovrebbe conoscere il metodo scientifico e la prassi per discutere di nuove scoperte in ambito medico oncologico. Eppure commette ben quattro errori: il primo è quello di mettere in relazione di causa-effetto i tumori con i vaccini, nonostante lui abbia appena registrato una correlazione spuria tra tumori e terza dose di vaccino. Inoltre, questi dati non vengono da un serio studio con numeri statisticamente significativi e un confronto con i dati dei decessi per tumori specifici della popolazione. Lui ha osservato solo i suoi pazienti. E ha scelto (tramite cherry picking) di fare l’associazione tumori-terza dose di vaccino. Ora, perché non ha preso in considerazione i farmaci che queste persone assumono per fare un’associazione farmaci-tumori? Il terzo errore che fa è quello di prendere un campione a rischio. Ossia: il tumore non è che salta fuori dopo la terza dose di vaccino, il tumore esisteva già, lui infatti parla di recidive. Ora, solo per fare un esempio, una metanalisi internazionale condotta su circa 63mila pazienti (numero statisticamente significativo. Quanti pazienti potrà avere Dalgleish? 100? 1000?) dimostra che il rischio di recidiva è del 41% nelle nell’arco di 20 anni dalla diagnosi (si parla di tumori al seno). Ed è anche più alto in un arco temporale inferiore. Insomma, il rischio di recidiva è un fattore naturale che va considerato se uno vuole fare un’analisi seria per cercare un eventuale rapporto di causa-effetto tra tumori e vaccini. Il quarto errore è quello di non gettarsi a capofitto (è passato più di un anno dalla sua lettera e non ha ancora prodotto nulla) nella redazione di uno studio osservazionale da pubblicare sulle più importanti riviste scientifiche, ma di affidare le sue riflessioni ad una lettera, pubblicata su un blog politico, indirizzata al BMJ, ma di fatto irricevibile per una tale rivista (proprio in funzione del contenuto non scientifico delle sue osservazioni e deduzioni). Viene quasi il dubbio che la lettera non sia mai stata inviata realmente, o che sia stata inviata con la consapevolezza che non sarebbe stata mai presa in considerazione, per avere un pretesto per far scrivere articoli ai giornali. Nota a margine: la valutazione delle riviste scientifiche meriterebbe un “capitolo” a parte, ma non voglio complicare la questione e annoiare troppo i lettori. A questo punto dovrebbero essere in grado, da soli, di fare una ricerca su Google per capire come funziona il sistema di valutazione delle riviste scientifiche attraverso la parola chiave: “impact factor”. Le riviste con un impact factor troppo basso o nullo sono riviste predatorie, cioè riviste che pubblicano qualunque lavoro a pagamento e non vanno prese in considerazione.</em> <em>Certo, visti i trascorsi tra Dalgleish e Nature, non pretendiamo che pubblichi i suoi studi (NON una lettera) sulla più prestigiosa delle riviste, ma che almeno, non sia una <a href="https://www.youtube.com/watch?v=CGjksFPdW0M&t=826s">rivista predatoria</a>…</em></p> <p>Nella disamina si è volutamente dato per scontato che, durante una valutazione nel merito, si verifichi anche che le notizie non siano <strong>datate </strong>e che riguardino da vicino i <strong>luoghi</strong> dove viviamo o quelli che vengono interessati dalle informazioni fornite. A volte, capita che le notizie vengano <strong>superate da altri eventi</strong>, altre notizie, altre situazioni e quindi perdano anche la loro consistenza originaria. Quei controlli, si spera, abbia imparato a farli chiunque. Per fare gli ultimi esempi: gli scandali del pomodoro concentrato riguardavano l’Asia, non l’Italia, l’allarme suscitato dai servizi di Nadia Toffa delle Iene era assolutamente infondato (ma, ci è cascata, ad esempio, Coldiretti). Gli appelli a non mangiare il pesce proveniente dal Giappone perché “radioattivo” non hanno mai avuto ragion d’essere: è stato spiegato in tutti i modi. Le informazioni dei divulgatori hanno superato di gran lunga le scemenze diffuse dai giornalisti impreparati sulle questione tecniche. A volte, guardare la data delle notizie ci evita anche brutte figure. Il 1° aprile miete vittime ogni anno tra chi ha il click facile.</p> <p>Concludo dicendo che questa guida, compresa la definizione dell’algoritmo di 5 punti e la sintesi iniziale, mi è costata tempo, denaro e fatica (ci ho messo quasi una settimana per farla). Perché l’ho fatto? Perché ci tengo particolarmente alla correttezza dell’informazione e perché mi piacerebbe fare la mia parte nel rendere la società un posto migliore. Sono abbastanza certo che le persone che vorrei leggessero questa guida non la leggeranno, o si fermeranno ad un certo punto. Per questo inserisco una parola d’ordine (sternocleidomastoideo) che, chi vorrà darmi testimonianza di essere arrivato fin qui (ma mi rimarrà il dubbio che abbia letto dal basso verso l’alto), potrà fornirmi.</p> <p>Infine una <strong>considerazione</strong>: in un Paese dove il sistema scolastico fa sempre più acqua, dove conta più la quantità che la qualità e la modalità dei testi che si leggono (le persone misurano la <strong>cultura</strong> in “libri cartacei letti”), dove dalle scuole superiori escono studenti immaturi che non comprendono quello che leggono, quale domanda può mai esserci per un’<strong>informazione di qualità</strong>? Figuriamoci per un’<strong>informazione scientifica</strong> di qualità. Ecco allora che l’informazione deve adeguarsi, deve inseguire la superficialità (per non dire la dilagante ignoranza) del pubblico, imbastardendosi sempre più e diventando così uno dei tanti aspetti del declino anche culturale di questo Paese.</p> <figure class="wp-block-image size-full is-resized"><a href="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/11/basso.jpg"><img loading="lazy" decoding="async" width="680" height="663" src="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/11/basso.jpg" alt="" class="wp-image-2204" style="width:679px;height:auto" srcset="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/11/basso.jpg 680w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/11/basso-300x293.jpg 300w" sizes="(max-width: 680px) 100vw, 680px" /></a></figure> <p>Non avendo potuto rileggere troppe volte quanto ho scritto, immagino che lo stile non sia dei migliori e potrei essere anche incappato in diversi errori. Di ogni tipo. Chiunque volesse segnalarmeli, è il benvenuto e lo ringrazio sin d’ora.</p> <p>Aggiornamento: <a href="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2770065/?">un articolo illuminante sul perché alcuni trattamenti non efficaci sembrano utili</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.web-log.it/guida-allanalisi-critica-delle-notizie-vale-per-qualunque-fonte/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Ricetta del Pilau sulcitano di Lorenzo Gennari</title> <link>https://www.web-log.it/ricetta-del-pilau-sulcitano-di-lorenzo-gennari/</link> <comments>https://www.web-log.it/ricetta-del-pilau-sulcitano-di-lorenzo-gennari/#comments</comments> <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator> <pubDate>Tue, 10 Oct 2023 18:52:46 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Senza categoria]]></category> <guid isPermaLink="false">https://www.web-log.it/?p=2049</guid> <description><![CDATA[Prima vanno cotte le vongole e le cozze fino alla loro apertura. Nel frattempo vanno cotti i crostacei con olio, cipolla, aglio, prezzemolo e peperoncino. Tutto sfumato con un vino bianco. Quindi va aggiunta la salsa di pomodoro cruda con del basilico portandola a cottura. Dopodiché si cuoce la fregola direttamente nel sugo dei crostacei […]]]></description> <content:encoded><![CDATA[ <p>Prima vanno cotte le vongole e le cozze fino alla loro apertura.</p> <p>Nel frattempo vanno cotti i crostacei con olio, cipolla, aglio, prezzemolo e peperoncino. Tutto sfumato con un vino bianco. Quindi va aggiunta la salsa di pomodoro cruda con del basilico portandola a cottura. Dopodiché si cuoce la fregola direttamente nel sugo dei crostacei e si aggiunge mano a mano il brodo delle cozze e delle vongole e lo zafferano. </p> <p>Quando la fregola è cotta (va assaggiata mano a mano), si spegne il fuoco e si manteca con un filo di olio di oliva. A fiamma spenta si aggiungono le cozze e le vongole. Si spolvera infine i piatti con il prezzemolo sminuzzato a mano.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.web-log.it/ricetta-del-pilau-sulcitano-di-lorenzo-gennari/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>1</slash:comments> </item> <item> <title>Elenco completo di tutti gli agrumi esistenti al mondo</title> <link>https://www.web-log.it/elenco-completo-di-tutti-gli-agrumi-esistenti-al-mondo/</link> <comments>https://www.web-log.it/elenco-completo-di-tutti-gli-agrumi-esistenti-al-mondo/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator> <pubDate>Sun, 17 Sep 2023 19:04:39 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Senza categoria]]></category> <guid isPermaLink="false">https://www.web-log.it/?p=2033</guid> <description><![CDATA[Gli agrumi sono piante della famiglia delle Rutacee, appartenenti al genere “Citrus”. Da 3 piante di agrumi, ovvero il MANDARINO, il CEDRO e il POMELO derivano TUTTE le altre (per incroci e/o innesti).]]></description> <content:encoded><![CDATA[ <p>Gli agrumi sono piante della famiglia delle Rutacee, appartenenti al genere “Citrus”. </p> <p>Da 3 piante di agrumi, ovvero il MANDARINO, il CEDRO e il POMELO derivano TUTTE le altre (per incroci e/o innesti).</p> <ul class="wp-block-list"> <li>Mandarino</li> <li>Pomelo</li> <li>Cedro</li> <li>Arancio dolce</li> <li>Arancio amara</li> <li>Arancio trifogliato</li> <li>Mandarancio</li> <li>Kumquat</li> <li>Calamondino (o calamansi)</li> <li>Chinotto</li> <li>Limetta</li> <li>Limetta finger</li> <li>Limone</li> <li>Pompelmo</li> <li>Mapo</li> <li>Pompìa</li> <li>Bergamotto</li> <li>Bizzarria</li> <li>Yuzu</li> <li>Sudachi</li> </ul> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.web-log.it/elenco-completo-di-tutti-gli-agrumi-esistenti-al-mondo/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>No potho reposare</title> <link>https://www.web-log.it/no-potho-reposare/</link> <comments>https://www.web-log.it/no-potho-reposare/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator> <pubDate>Sun, 13 Aug 2023 13:05:14 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Senza categoria]]></category> <guid isPermaLink="false">https://www.web-log.it/?p=2018</guid> <description><![CDATA[Titolo originale “A Diosa”, ma più conosciuta come “No Potho Reposare“, è una canzone scritta nel 1920 dal compositore Giuseppe Rachel. Le parole dell’omonima poesia furono scritte nel 1915 dall’avvocato Salvatore Sini di Sarule. Dal 1921 questo brano iniziò a far parte del repertorio dei cori più importanti della Sardegna. Primo il “Corpo musicale filarmonico” […]]]></description> <content:encoded><![CDATA[ <p>Titolo originale “A Diosa”, ma più conosciuta come “No Potho Reposare“, è una canzone scritta nel 1920 dal compositore Giuseppe Rachel. Le parole dell’omonima poesia furono scritte nel 1915 dall’avvocato Salvatore Sini di Sarule.</p> <p>Dal 1921 questo brano iniziò a far parte del repertorio dei cori più importanti della Sardegna. Primo il “Corpo musicale filarmonico” di Nuoro diretto dallo stesso Rachel. Nel 1978 Maria Carta incise il pezzo in un 45 giri per la Polydor. Successivamente artisti come i Tazenda, Cordas e Cannas, Andrea Parodi, Duo Puggioni la inclusero nei loro repertori. Dagli anni novanta in poi la canzone è stata cantata da numerosi cori nazionali ed internazionali.</p> <p>Non potho reposare amore ‘e coro<br>Pensende a tie so donzi momentu<br>No istes in tristura, prenda ‘e oro.<br>Ne in dispiachere o pensamentu<br>T’assicuro ch’ a tie solu bramo<br>Ca t’amo forte t’amo, t’amo, t’amo.</p> <p>Si m’essere possibile d’anghelu<br>S’ispiritu invisibile piccabo.<br>Sas formas e furabo dae chelu<br>Su sole e sos isteddos e formabo.<br>Unu mundu bellissimu pro tene<br>Pro poder dispensare cada bene.<br>Unu mundu bellissimu pro tene<br>Pro poder dispensare cada bene.</p> <p>T’assicuro ch’a tie solu bramo<br>Ca t’amo forte t’amo, t’amo, t’amo.<br>T’assicuro ch’a tie solu bramo<br>Ca t’amo forte t’amo, t’amo, t’amo<br>————————————<br>TRADUZIONE IN ITALIANO</p> <p>Non posso riposare</p> <p>Non riesco a riposare amore del cuore<br>Sto pensando a te ogni momento<br>Non essere triste gioiello d’oro<br>Ne addolorata o preoccupata. Ti assicuro che desidero solo te Perché ti amo forte, ti amo e ti amo.</p> <p>Se mi fosse possibile prenderei<br>Lo spirito invisibile dell’angelo Ti assicuro che desidero solo te Perché ti amo forte, ti amo e ti amo.</p> <p>Le forme ruberei dal cielo il sole e le stelle<br>E creerei un mondo bellissimo per te<br>Per poterti regalare ogni bene<br>Un mondo bellissimo per te<br>Per poterti regalare ogni bene.</p> <p>Non riesco a riposare amore del cuore<br>Sto pensando a te ogni momento<br>Ti assicuro che desidero solo te<br>Perché ti amo forte, ti amo e ti amo Ti assicuro che desidero solo te Perché ti amo forte, ti amo e ti amo</p> <figure class="wp-block-embed is-type-video is-provider-youtube wp-block-embed-youtube wp-embed-aspect-16-9 wp-has-aspect-ratio"><div class="wp-block-embed__wrapper"> <iframe loading="lazy" title="No potho reposare - Andrea Parodi" width="640" height="360" src="https://www.youtube.com/embed/lVgflKuQVwg?feature=oembed" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture; web-share" referrerpolicy="strict-origin-when-cross-origin" allowfullscreen></iframe> </div></figure> <p>I can’t rest</p> <p>The love of my heart can’t rest<br>thinking you every moment<br>Don’t be sad gold jewel<br>don’t be sorry or worried</p> <p>I assure you that I desire only you<br>I love you strongly, I love you, I love you</p> <p>If only I could, I would take the spirit of an invisible angel</p> <p>I assure you that I desire only you<br>I love you strongly, I love you, I love you</p> <p>The shapes<br>I would steal from the sky the Sun and the stars<br>and I would create a wonderful world for you,<br>in order to give you all the good things</p> <p>The love of my heart can’t rest<br>thinking you every moment<br>I assure you that I desire only you<br>I love you strongly, I love you, I love you</p> <p>I assure you that I desire only you<br>I love you strongly, I love you, I love you</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.web-log.it/no-potho-reposare/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Guida definitiva alla prevenzione della formazione di muffa sui muri interni di casa</title> <link>https://www.web-log.it/guida-definitiva-alla-prevenzione-della-formazione-di-muffa-sui-muri-interni-di-casa/</link> <comments>https://www.web-log.it/guida-definitiva-alla-prevenzione-della-formazione-di-muffa-sui-muri-interni-di-casa/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator> <pubDate>Sat, 01 Jul 2023 17:37:01 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Senza categoria]]></category> <guid isPermaLink="false">https://www.web-log.it/?p=2012</guid> <description><![CDATA[La muffa si manifesta inevitabilmente quando l’umidità nell’aria supera il 55% ed è favorita dalla condensa, dalla differenza di temperatura tra i locali interni rispetto all’esterno, dalla scarsa luce e dal mancato ricambio d’aria]]></description> <content:encoded><![CDATA[ <p>La muffa si manifesta inevitabilmente quando l’umidità nell’aria supera il 55% ed è favorita dalla condensa, dalla differenza di temperatura tra i locali interni rispetto all’esterno, dalla scarsa luce e dal mancato ricambio d’aria</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.web-log.it/guida-definitiva-alla-prevenzione-della-formazione-di-muffa-sui-muri-interni-di-casa/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Telfast, il farmaco generico che fa risparmiare</title> <link>https://www.web-log.it/telfast-il-farmaco-generico-che-fa-risparmiare/</link> <comments>https://www.web-log.it/telfast-il-farmaco-generico-che-fa-risparmiare/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator> <pubDate>Thu, 04 May 2023 17:26:08 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Senza categoria]]></category> <guid isPermaLink="false">https://www.web-log.it/?p=1960</guid> <description><![CDATA[Una dritta per tutti quelli allergici come me ai pollini primaverili: se siete abituati a comprare “Fexallegra” (10 compresse) a circa 8 euro, sappiate che lo stesso principio attivo lo trovate in “Telfast” che costa quasi la stessa cifra (poco meno), ma nella scatola ci sono il doppio delle compresse! Nel caso non lo trovaste, […]]]></description> <content:encoded><![CDATA[<div class="wp-block-image"> <figure class="alignleft size-large is-resized"><a href="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/05/Telfast_120.png"><img loading="lazy" decoding="async" src="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/05/Telfast_120-1024x1024.png" alt="" class="wp-image-1961" width="322" height="322" srcset="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/05/Telfast_120-1024x1024.png 1024w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/05/Telfast_120-300x300.png 300w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/05/Telfast_120-150x150.png 150w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/05/Telfast_120-768x768.png 768w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/05/Telfast_120-750x750.png 750w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2023/05/Telfast_120.png 1300w" sizes="(max-width: 322px) 100vw, 322px" /></a></figure></div> <p>Una dritta per tutti quelli allergici come me ai <strong>pollini primaverili</strong>: se siete abituati a comprare “<strong>Fexallegra</strong>” (10 compresse) a circa 8 euro, sappiate che lo stesso principio attivo lo trovate in <strong>“Telfast”</strong> che costa quasi la stessa cifra (poco meno), ma nella scatola ci sono il doppio delle compresse!</p> <p>Nel caso non lo trovaste, questa Farmacia è dove l’ho comprato io l’ultima volta (2023):</p> <iframe src="https://www.google.com/maps/embed?pb=!1m14!1m8!1m3!1d11864.680353772237!2d12.4265584!3d41.9751578!3m2!1i1024!2i768!4f13.1!3m3!1m2!1s0x132f5d9111a23943%3A0x6aaaff1c319332f7!2sFarmacia%20Volusia!5e0!3m2!1sit!2sit!4v1683221789223!5m2!1sit!2sit" width="600" height="450" style="border:0;" allowfullscreen="" loading="lazy" referrerpolicy="no-referrer-when-downgrade"></iframe> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.web-log.it/telfast-il-farmaco-generico-che-fa-risparmiare/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Mundialgate di Oliviero Beha, ritrovate le 100 copie-rarità</title> <link>https://www.web-log.it/mundialgate-di-oliviero-beha-ritrovate-le-100-copie-rarita/</link> <comments>https://www.web-log.it/mundialgate-di-oliviero-beha-ritrovate-le-100-copie-rarita/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator> <pubDate>Wed, 16 Nov 2022 18:18:26 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Senza categoria]]></category> <guid isPermaLink="false">https://www.web-log.it/?p=962</guid> <description><![CDATA[Un centinaio di copie di “Mundialgate”, il rarissimo libro che Oliviero Beha scrisse con Roberto chiodi sulla combine Italia-Camerun ai campionati del mondo del 1982, è stato stato ritrovato durante lavori di ristrutturazione nello scantinato della casa dove l’autore abitava. Si tratta di uno dei più clamorosi insuccessi editoriali a livello mondiale: fu distribuito dall’editore […]]]></description> <content:encoded><![CDATA[ <p>Un centinaio di copie di “Mundialgate”, il rarissimo libro che Oliviero Beha scrisse con Roberto chiodi sulla combine Italia-Camerun ai campionati del mondo del 1982, è stato stato ritrovato durante lavori di ristrutturazione nello scantinato della casa dove l’autore abitava. Si tratta di uno dei più clamorosi insuccessi editoriali a livello mondiale: fu distribuito dall’editore Pironti che si limitò a mettere una copertina alle 15 mila copie stampate da Feltrinelli ma non distribuite. A raccontare <a rel="noreferrer noopener" href="https://www.ilpost.it/2010/06/23/linchiesta-su-italia-camerun-dell82/" target="_blank">la storia</a> è <a href="https://www.facebook.com/photo/?fbid=3378980495759239&set=a.1905060079817962" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Roberto Chiodi</a> in persona:</p> <p>“<a rel="noreferrer noopener" href="https://www.unilibro.it/libro/beha-oliviero-chiodi-roberto/mundialgate-dietro-vittoria-italiana-spagna-clamorosa-storia-corruzione/918980" target="_blank">Il nostro libro Mundialgate</a> nacque nell’agosto del 1984. In realtà lo scrisse quasi tutto Oliviero, mentre io seguivo un bravo tecnico che montava le pellicole dei filmati realizzati da una mini troupe tv che, a nostre spese, ci aveva seguito dappertutto. L’inchiesta – con l’accordo dei nostri direttori e col patto della riservatezza assoluta sui contenuti – sarebbe stata pubblicata lo stesso giorno, quella di Beha su Repubblica, la mia su Epoca. Avevamo firmato un contratto con Feltrinelli e riscosso il relativo anticipo per la stampa di una prima edizione in 15 mila copie. Con tutto il clamore che la storia avrebbe suscitato, piazzare il film pensavamo che sarebbe stato facile. Anche perché io facevo parte dello staff di <strong>Enzo Biagi</strong> che in autunno avrebbe ripreso in Rai il suo programma “Il Fatto” (lancio di una storia di attualità, film, dibattito).</p> <p>A fine agosto, <strong>Claudio Cavazza</strong>, patron della <strong>Sigma Tau</strong> e uno degli illuminati finanziatori di Repubblica, ospitò per qualche giorno di relax <strong>Eugenio Scalfari</strong> e <strong>Roberto Olivetti</strong>. Quest’ultimo era stato il tutore di Carlo Feltrinelli e aveva aiutato sua madre Inge nell’amministrazione della casa editrice dopo la morte di Giangiacomo. Scalfari e Olivetti si lasciarono sfuggire con Cavazza, munifico ospite, la notizia-bomba che Repubblica e Feltrinelli si accingevano a lanciare: pesanti ombre sul Mundial vinto due anni prima, il pareggio tra Italia e Camerun era stato combinato con il pagamento di 150 mila dollari ai giocatori professionisti dei “Leoni indomabili”. Cavazza li implorò di non pubblicare lo scoop: la “Carnitina” della Sigma Tau era il prodotto ricostituente che “aveva fatto vincere all’Italia i mondiali di calcio” e rappresentava il fiore all’occhiello della casa farmaceutica. Una notizia del genere rischiava di stravolgere i bilanci dell’azienda.</p> <p>Cosa non si fa per un amico? Scalfari garantì che non avrebbe pubblicato una riga del reportage del proprio inviato. Olivetti si impegnò a fare altrettanto con il libro. Il guaio fu che il volume era già stato stampato, mancava solo da definire la copertina. L’escamotage per mandare tutto a monte fu trovato dai loro legali nel testo del contratto: si parlava soltanto di un accordo “per la stampa” e non “per la diffusione”. Da qui, una lettera in cui la Feltrinelli, “facendo seguito agli accordi intercorsi”, chiese a Beha dove avrebbe dovuto consegnare le 15 mila copie stampate. Quanto a <strong>Repubblica</strong>, Scalfari comunicò al proprio inviato che non avrebbe pubblicato nulla dell’inchiesta. “Ma come? Ci ho lavorato tre mesi, sono andato in Africa, in Francia e pure in Corsica sempre con il tuo consenso, ho filmato tutte le interviste, tu eri entusiasta della storia..”, provò a protestare il giornalista. E Scalfari rispose: “Vuoi sapere perché? Ebbene, perché sì! Punto e basta. Se vuoi, ti autorizzo a darla all’Espresso, la tua inchiesta…”.</p> <p>Lo scoop apparve regolarmente su <strong>Epoca</strong> e poi sull’<strong>Espresso</strong>, ma già con le poche righe dell’anticipazione data dalle agenzie ci fu una sollevazione nazionale che il presidente della Federazione calcio Federico Sordillo, messo tempestivamente sull’avviso, era già pronto a cavalcare. Tutta la stampa si schierò – ancor prima che i settimanali uscissero in edicola – contro chi stava gettando “solo fango sulla vittoria della Azzurri”. L’inchiesta si basava su decine di interviste, tutte filmate, compresa la dichiarazione del responsabile politico della spedizione che raccontava di aver raccolto le ammissioni dei quattro-cinque giocatori professionisti sul fatto che erano stati promessi <strong>30 mila dollari a testa</strong> per il pareggio. Un risultato che consentiva all’Italia di proseguire nel Mundial e al Camerun di tornare in patria (l’aereo prenotato in anticipo) come la prima squadra africana a uscire imbattuta dal torneo.</p> <p>L’inviato speciale Oliviero Beha venne posto “dietro la lavagna”, relegato a servizi redazionali di terz’ordine. Alla fine fece causa e – dopo diversi anni – la vinse con una sostanziosa liquidazione. E il libro? Nessun editore se la sentì di pubblicare Beha: il solo fatto che il suo stesso giornale avesse deciso di non scrivere una riga, sminuiva tutta la storia, non valeva nemmeno la pena dare un’occhiata ai contenuti. Soltanto <strong>Tullio Pironti</strong>, ex pugile, nipote e figlio di librai-editori napoletani, intraprendente e spregiudicato segugio di tutte le novità scomode del settore, decise di prendere lui le 15 mila copie già stampate da Feltrinelli, tutte con la copertina bianca. Ne fece confezionare al volo una nuova (fin troppo cupa…) e verso la fine dell’anno provò a vendere il libro. Ma tutta la stampa italiana aveva decretato il “Crucifige!” alla storia: “Mundialgate” morì nella culla. Vendite zero o poco più. I rari distributori del circuito Pironti restituirono le copie, che poi marcirono nel retrobottega della storica libreria di piazza Cavour 57, a Napoli.</p> <p>E il film? Ne parlai a Biagi, da un paio d’anni collaboravo con lui per le cronache giudiziarie, con regolare contratto in Rai (gli avevo fatto intervistare, tra gli altri, il primo grande pentito delle Brigate rosse Patrizio Peci e il capo di Avanguardia nazionale Stefano Delle Chiaie, latitante da 18 anni). Sgranò gli occhi dicendo “Il vostro film lo prendo io! E ci inauguriamo la nuova serie in prima serata su Rai Uno!” Ma qualche giorno dopo, quando tutta la stampa stava obbedendo al diktat di far calare il sipario sull’intera vicenda, Biagi me ne riparlò in questi termini: “Ne ho discusso con i vertici della Rai, mi dispiace ma non se ne farà nulla. E poi <strong>Franco Carraro</strong>, presidente del Coni e commissario straordinario della Lega calcio, è in corsa per diventare presidente della Rai e quindi…”. Risposi che avevo capito, avrei cercato un altro committente. Si trattava di una storia talmente esplosiva e documentata che non avrei trovato difficoltà a piazzarla. “Scusa, un’altra cosa…”, concluse Biagi con un velo di imbarazzo: “Ovviamente non posso più farti rinnovare il contratto dalla Rai. Carraro non sarebbe d’accordo…”.</p> <p>Di quel film conservo da 38 anni le “pizze” con la pellicola, originale e ovviamente inedita: nessuno ha mai avuto la curiosità di vederla da quando sulla combine Italia-Camerun e sul libro che ne svelava molti particolari calò la “damnatio memoriae”. Una condanna che distingue le storie scomode e dannose per un establishment connivente e una tifoseria che non vuole accettare il concetto per cui spesso, come diceva Balzac, “Dietro ogni fortuna c’è un delitto”. A volte, anche alcuni mandanti e molti tirapiedi.”</p> <hr class="wp-block-separator has-alpha-channel-opacity"/> <p>Nota Bene:</p> <p><em>I libri contenuti nello scatolone ritrovato costituiscono una assoluta rarità libraria: una copia di quel “Mundialgate” maledetto, prezzo di copertina 12.000 lire, viene oggi proposta <a href="https://www.ebay.it/itm/203886037789" target="_blank" rel="noreferrer noopener">in vendita su Ebay a 90 €</a>. Se qualcuno fosse interessato, può scrivere a <a rel="noreferrer noopener" href="mailto:mundialgate@gmail.com" target="_blank">mundialgate@gmail.com</a> e lasciare l’indirizzo al quale far recapitare un volume. In cambio viene chiesto un contributo – ciascuno decida secondo coscienza e disponibilità – <a href="https://sostieni.emergency.it/donazioni-in-memoria/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">da devolvere direttamente al reparto intestato a Oliviero Beha dell’ospedale pediatrico Nyala (Darfur)</a>. Struttura alla quale i suoi familiari versarono l’intera somma pagata dalla Rai al termine di una vertenza per il demansionamento subito negli ultimi anni.</em></p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.web-log.it/mundialgate-di-oliviero-beha-ritrovate-le-100-copie-rarita/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Traslochi e sgomberi, non servono più gli adesivi. Ora c’è l’elenco online per scegliere il migliore</title> <link>https://www.web-log.it/traslochi-e-sgomberi-non-servono-piu-gli-adesivi-ora-ce-lelenco-online-per-scegliere-il-migliore/</link> <comments>https://www.web-log.it/traslochi-e-sgomberi-non-servono-piu-gli-adesivi-ora-ce-lelenco-online-per-scegliere-il-migliore/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator> <pubDate>Tue, 03 May 2022 11:03:06 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Senza categoria]]></category> <guid isPermaLink="false">https://www.web-log.it/?p=885</guid> <description><![CDATA[Portoni, saracinesche, cassonetti, lampioni, segnali stradali. A volte perfino dentro le abitazioni private. Gli adesivi dei traslocatori e di chi fa sgomberi di cantine e garage sono ovunque. Sicuro di fare cosa gradita tanto ai traslocatori quanto ai loro clienti, utilizzerò questa pagina per catalogare tutti i numeri pubblici, trovati sugli adesivi, dei diversi servizi […]]]></description> <content:encoded><![CDATA[ <p>Portoni, saracinesche, cassonetti, lampioni, segnali stradali. A volte perfino dentro le abitazioni private. Gli adesivi dei traslocatori e di chi fa sgomberi di cantine e garage sono ovunque. Sicuro di fare cosa gradita tanto ai traslocatori quanto ai loro clienti, utilizzerò questa pagina per catalogare tutti i numeri pubblici, trovati sugli adesivi, dei diversi servizi proposti. In questo modo, chi cerca un traslocatore potrà facilmente scegliere nell’elenco, in base all’adesivo che piace di più.</p> <div class="wp-block-media-text alignwide is-stacked-on-mobile"><figure class="wp-block-media-text__media"><img loading="lazy" decoding="async" width="1024" height="576" src="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2022/05/Simone-320-8182793-1024x576.jpg" alt="" class="wp-image-889 size-full" srcset="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2022/05/Simone-320-8182793-1024x576.jpg 1024w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2022/05/Simone-320-8182793-300x169.jpg 300w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2022/05/Simone-320-8182793-768x432.jpg 768w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2022/05/Simone-320-8182793-750x422.jpg 750w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2022/05/Simone-320-8182793.jpg 1200w" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" /></figure><div class="wp-block-media-text__content"> <p class="has-large-font-size">Simone<br>320 8182793<br>Traslochi e Muratura</p> </div></div> <p><a href="https://retake.org/roma/adesivi-e-traslocatori-abusivi-piccoli-illeciti-o-soggetti-di-una-storia-di-grandi-devastazioni/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Adesivi e traslocatori abusivi: piccoli illeciti o soggetti di una storia di grandi devastazioni?</a></p> <p><a href="https://www.romatoday.it/cronaca/adesivi-traslochi-sgomberi-cantine-anselmo-ricci-visconti.html" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Dagli adesivi alle discariche abusive: il business (illegale) di traslochi e sgomberi</a></p> <p><a rel="noreferrer noopener" href="https://drive.google.com/file/d/16yzAw6zTMFe1YiYp8kIM4YQeVQ7cyKYa/view" target="_blank">Gli adesivi e i cartelli irregolari sono all’origine dei roghi tossici</a></p> <p><a href="https://www.albonazionalegestoriambientali.it/Public/ElenchiIscritti" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Albo Nazionale dei Gestori Ambientali (autorizzati)</a></p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.web-log.it/traslochi-e-sgomberi-non-servono-piu-gli-adesivi-ora-ce-lelenco-online-per-scegliere-il-migliore/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> <item> <title>Arnica montana, funziona davvero?</title> <link>https://www.web-log.it/arnica-montana-funziona-davvero/</link> <comments>https://www.web-log.it/arnica-montana-funziona-davvero/#respond</comments> <dc:creator><![CDATA[admin]]></dc:creator> <pubDate>Wed, 16 Mar 2022 10:38:38 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Senza categoria]]></category> <guid isPermaLink="false">https://www.web-log.it/?p=830</guid> <description><![CDATA[Lo vogliamo scoprire insieme Avete presente quando due persone sono convinte delle proprie tesi, ma sono realmente interessare a capire quale sia la verità dei fatti? Cosa fanno? Procedono insieme alla scoperta di tutti gli indizi e di tutte le prove che possono dirimere la questione. Insieme è possibile risalire a quale fosse l’intento di […]]]></description> <content:encoded><![CDATA[ <h2 class="wp-block-heading">Lo vogliamo scoprire insieme</h2> <p>Avete presente quando due persone sono convinte delle proprie tesi, ma sono realmente interessare a capire quale sia la verità dei fatti? Cosa fanno? Procedono insieme alla scoperta di tutti gli indizi e di tutte le prove che possono dirimere la questione.</p> <hr class="wp-block-separator"/> <div class="wp-block-media-text alignwide is-stacked-on-mobile"><figure class="wp-block-media-text__media"><img loading="lazy" decoding="async" width="208" height="242" src="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2022/03/download.jpg" alt="" class="wp-image-834 size-full"/></figure><div class="wp-block-media-text__content"> <p class="has-large-font-size">Insieme è possibile risalire a quale fosse l’intento di chi ha disegnato quel numero. <strong>La verità NON sta necessariamente nel mezzo</strong></p> </div></div> <hr class="wp-block-separator"/> <p>Questo post serve proprio a questo: cercare insieme tutti gli studi che sono stati fatti dagli esperti per capire gli effetti dell’Arnica montana. I commenti sono aperti a tutti i contributi seri e costruttivi per arrivare ad una conclusione e cioè se l’Arnica montana serva realmente a qualcosa oppure no. Non ci devono essere pregiudizi da parte di nessuno. Mano a mano che si collezionano gli studi, saranno elencati in questa pagina con un link alla fonte, eventuali traduzioni e un sunto delle conclusioni tratte.</p> <h2 class="wp-block-heading">Premessa</h2> <p>Stiamo parlando di ARNICA MONTANA (europea), non di Arnica messicana. Inoltre parliamo di Arnica come <strong>rimedio fitoterapico</strong> e non di Arnica in diluizioni omeopatiche. La distinzione tra Arnica europea e Arnica messicana la facciamo semplicemente perché l’Arnica montana (europea) presenta principi attivi più “forti” rispetto alla messicana, quindi probabilmente, se un effetto c’è, è più rilevabile e non si rischia di non prenderlo in considerazione. Non parleremo invece di Arnica omeopatica in quanto gli studi clinici riguardanti l’utilizzo dell’Arnica come rimedio omeopatico sono tutti concordi nel ritenere inefficace questo tipo di rimedio. Insomma, meno lavoro da fare.</p> <div class="wp-block-image"><figure class="aligncenter size-large"><a href="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2022/03/Arnica_montana_ENBLA07.jpg"><img loading="lazy" decoding="async" width="1024" height="714" src="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2022/03/Arnica_montana_ENBLA07-1024x714.jpg" alt="" class="wp-image-839" srcset="https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2022/03/Arnica_montana_ENBLA07-1024x714.jpg 1024w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2022/03/Arnica_montana_ENBLA07-300x209.jpg 300w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2022/03/Arnica_montana_ENBLA07-768x535.jpg 768w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2022/03/Arnica_montana_ENBLA07-750x523.jpg 750w, https://www.web-log.it/wp-content/uploads/2022/03/Arnica_montana_ENBLA07.jpg 1050w" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" /></a><figcaption>Foto di <a rel="noreferrer noopener" href="https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=48418852" target="_blank">Enrico Blasutto di Wikipedia in italiano, CC BY-SA 3.0</a></figcaption></figure></div> <p>La base di partenza, su cui tutti dovremo essere d’accordo, è la definizione di “<strong>studio scientifico</strong>” ovvero la ricerca portata avanti dalla comunità scientifica attraverso la valutazione dei risultati pubblicati su apposite riviste scientifiche, dopo attenta revisione paritaria da parte di specialisti del settore. Insomma, la testimonianza di una singola persona che ha un malore, si cura con l’Arnica montana e poi il malore sparisce o si aggrava, non è uno studio scientifico. Uno studio scientifico invece può contare in genere su:</p> <ul class="wp-block-list"><li>campioni statisticamente significativi</li><li>test svolti con le modalità del “<a rel="noreferrer noopener" href="https://it.wikipedia.org/wiki/Doppio_cieco" target="_blank">doppio cieco</a>“</li><li>tesi sottoposte alla revisione dei pari</li></ul> <p>Un buon punto di partenza, per la nostra ricerca, potrebbe essere quello di andare sul motore di ricerca gratuito di letteratura scientifica biomedica e inserire la query: “arnica montana”. Questa chiave di ricerca restituisce 483 risultati dal 1789 al 2022. Vediamo se sono da prendere in considerazioni tutti o se ne possono scartare alcuni. A noi interessano i test, o meglio:</p> <ul class="wp-block-list"><li>studi clinici</li><li>meta-analisi</li><li>studi controllati randomizzati</li><li>revisioni</li><li>revisioni sistematiche*</li></ul> <p>* si tratta di studi di secondo livello, cioè studi che selezionano, valutano e riassumono altri studi clinici producendo una sintesi accurata delle migliori prove di evidenza disponibili, riguardo a uno specifico quesito clinico.</p> <p>Selezionando questo tipo di risultati, ed eliminando dall’elenco libri e documenti sull’argomento “arnica montana” che non contengono quindi i dati e le conclusioni pratiche che ci interessano, le pagine da analizzare si riducono a 97. Restringendo ancora il campo agli studi più recenti, ovvero quelli degli ultimi 5 anni, rimangono 22 risultati (il 2021 è stato, tra l’altro, l’anno in cui sono stati fatti più studi sull’arnica montana).</p> <p>Ovviamente, chi vorrà sottoporre uno studio meno recente, che non sia stato revisionato da studi successivi, è assolutamente il benvenuto (basta segnalare nei commenti). Da qualche parte bisogna pur partire.</p> <p>Se togliamo tutti i link a reviews che illustrano solo le caratteristiche della pianta o gli usi fatti nel passato, quelli che parlano solo di alcuni componenti che si possono trovare nell’Arnica (da estrarre), quelli che parlano di rimedi composti da Arnica e altri elementi, gli studi pilota, quelli fatti con campioni non statisticamente significativi, le reviews dell’arnica omeopatica e gli studi che concludono che “servono altri studi” o che l’arnica non ha un effetto maggiore del placebo o ancora che i risultati dello studio sono solo “promettenti”, rimane solo questo lavoro:</p> <p><a href="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8537440/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Clinical Trials, Potential Mechanisms, and Adverse Effects of Arnica as an Adjunct Medication for Pain Management</a></p> <p>Che conclude: </p> <p>“Arnica presents comparable activity to standard medications, such as ibuprofen and diclofenac, for pain management under different medical conditions. It also shows fewer adverse effects along with lower costs. Arnica could be an adjunct approach for acute and chronic pain management.”</p> <p>Insomma, il migliore dei risultati possibili per l’Arnica è quello di avere un effetto comparabile con quello dell’Ibuprofene e il Diclofenac, ma con costi minori e minori effetti indesiderati.</p> <p>Ora mi aspetto che mi inondiate di altri studi che mi sono SICURAMENTE sfuggiti o di studi più validi di quello preso in considerazione. Aggiungo di aver scartato anche tutti gli studi che invece indicano un peggioramento del quadro clinico delle persone che sono state trattate con l’Arnica montana.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.web-log.it/arnica-montana-funziona-davvero/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>0</slash:comments> </item> </channel> </rss>